È questo uno dei passaggi della riforma firmata da Antonello Cracolici, Assessore regionale all'Agricoltura, e già approvata dalla Giunta regionale di Governo. Lo scoglio parlamentare sarà difficile, ma in avvicinamento alle prossime elezioni nulla è impossibile. Cracolici è convinto che la programamta riunificazione degli 11 consorzi in due grandi enti (Sicilia occidentale e Sicilia orientale) potrà risolvere molti dei problemi, soprattutto sull'impiegno delle risorse umane (oltre duemila persone, tra contratti stagionali e a tempo indeterminato). Dopo anni in cui la politica ha alimentato con la clientela questi organismi, adesso si scopre che bisogna cambiare, e che addirittura c'è chi non fa il proprio dovere. Bisogna cambiare sì, anche perché per il personale dei consorzi si spendono oltre 60 milioni di euro: soldi non certo coerenti con la reale organizzazione dei carichi di lavoro. E così Cracolici vuole stanare tutti: dai dipendenti fannulloni ai furti d'acqua. Per farlo si è affidato a Franco Greco, supercommissario di tutti gli undici consorzi siciliani, quelli che si ridurranno ad appena un paio. E in prospettiva scatteranno perfino i controlli dall'alto, attraverso le aerofotogrammetrie dei terreni, soprattutto per individuare i furbetti dell'acqua. Pare, infatti, che ci sia un'evasione impressionante dei ruoli, con un numero di produttori agricoli che pagano appena la quota fissa, calcolata su quanto dichiarato, ma che poi in realtà irrigano superfici ben più ampie. In tutto questo però si spera non ci si dimentichi dell'anello debole di questa catena: le migliaia di produttori agricoli che da anni si disperano per un servizio di cui non riescono regolarmente ad usufruire. Proprio allo scopo di recuperare le perdite accumulate dai consorzi di bonifca, infatti, i canoni irrigui sono via via schizzati verso cifre talmente esorbitanti che, come è noto, sono sempre di più i contadini che preferiscono rinunciare alla produzione. Ma, stando agli intendimenti, questa riforma dovrebbe chiudere la fase dei commissariamenti, che in anni di gestione hanno reso i produttori agricoli sempre più lontani da consorzi che bussavano alla loro porta solo per i pagamenti, sempre più cari. Una questione che vede ancora perplesse le organizzazioni di categoria, che da anni lamentano rincari assurdi e trattamenti non adeguati nei confronti degli agricoltori, vessati da bollette idriche sempre più consistenti.