Sono due, infatti, i professionisti che hanno deciso di lasciare l'Asp di Agrigento. Hanno già firmato un contratto con incarico a tempo indeterminato con l'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani. Prenderanno servizio nelle prossime ore al Pronto soccorso di Castelvetrano, uno di quelli celebri (si fa per dire) proprio per le carenze di personale, che nei mesi scorsi indusse il manager di quell'Asp a tornare a indossare il camice per aiutare i propri colleghi, dopo che uno dei medici si era sentito male per colpa della concentrazione eccessiva. Adesso da otto i medici del pronto soccorso di Sciacca sono appena 6. Con uno di loro, il primario, esentato dai turni di notte. Situazione già drammatica, quella di Sciacca, che, dunque, si accinge a peggiorare ulteriormente, come ha dimostrato d'altronde la stessa recente stagione estiva, quando normalmente la popolazione del territorio decuplica. Stagione che ha visto un'area di emergenza congestionata di pazienti con un solo medico in servizio per turno. Adesso in organico i medici del Pronto soccorso sono ancora meno. Con quelli in servizio che hanno naturalmente il diritto di godere delle ferie. La decisione (assolutamente legittima) dei due medici di trasferirsi dove avevano più garanzie lavorative, in termini di incarichi senza più scadenza, riapre (se mai fosse stata chiusa) l'ennesima vertenza sanità a Sciacca. Una vicenda che preoccupa naturalmente il Comitato civico, che da tempo chiede lo sblocco delle assunzioni. Cosa per la quale il nuovo commissario della Sanità agrigentina Gervasio Venuti deve assolutamente provvedere, tanto più che non si comprende come sia possibile, a fronte di una politica sanitaria regionale, che l'Asp di una provincia possa fare quello che non fa l'Asp di un'altra provincia, ossia: i contratti a tempo indeterminato.