Emergenza aumentata nei giorni scorsi dopo l'addio di due unità che hanno giustamente preferito un contratto a tempo indeterminato a Castelvetrano. Oggi l'area di emergenza può dunque contare su appena 7 medici, uno dei quali è il primario. All'indomani delle dure prese di posizione del Comitato civico per la sanità e dello stesso sindaco di Sciacca Francesca Valenti, che hanno annunciato incontri urgenti con il commissario straordinario dell'ASP Gervasio Venuti, stamattina la questione è stata al centro di un vertice urgente richiesto dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle Matteo Mangiacavallo proprio con Venuti. Il quale, a sua volta, ha già avuto un briefing anche con i responsabili sanitari e amministrativi del Giovanni Paolo II, Gaetano Migliazzo e Rosanna Dubolino. Mangiacavallo aveva già incontrato precedentemente l'ingegner Venuti, anche per fare un punto della situazione sulle criticità legate al personale e le problematiche strutturali dei nosocomi provinciali. "Durante il nuovo incontro – ha fatto sapere Mangiacavallo - e alla luce della drammatica situazione in cui versano diversi reparti dell’Ospedale Giovanni Paolo II, Pronto Soccorso e Cardiologia in primis, sono state chieste immediate e pronte risposte". Ma con Venuti Mangiacavallo ha parlato anche d'altro, avanzando soluzioni in ordine anche all’annoso problema delle zanzare e quello, più recente, legato al potenziamento dei poliambulatori per garantire le vaccinazioni. Si è parlato inoltre di igiene e appalti per la pulizia degli esterni, di sicurezza e di sorveglianza negli ospedali visti anche i fatti di cronaca che avevano interessato, di recente, proprio l’Ospedale saccense. Mangiacavallo fasapere che il commissario ha preso nei suoi confronti impegni precisi. Il parlamentare saccense fa sapere che vigilerà per tornare a farsi sentire, anche con l’assessore regionale, qualora i tempi non venissero rispettati e se le risposte attese non arrivassero urgentemente. Situazione, quella delle carenze di personale, che rende dura la vita ai pazienti ma anche agli stessi medici di turno. Spesso ce n'è appena uno, con un sovraccarico di ansia e responsabilità a dir poco disumano. E, purtroppo, appare piuttosto difficile pensare di fronteggiare l'emergenza attraverso lo scorrimento di una graduatoria che risale al 2005.