uno per l'area occidentale, l'altro per la parte orientale. Le organizzazioni professionali agricole nei mesi scorsi sono state le prime a sollevare tutta una serie di dubbi e perplessità. Adesso sono anche le forze politiche a scendere in campo. La preoccupazione diffusa è legata alla situazione economica degli attuali Consorzi. In buona sostanza, non si capisce, una volta avvenuto l'accorpamento, su chi andranno a gravare i debiti pregressi degli attuali Consorzi di Bonifica. O meglio, e' sensazione assai diffusa che tutto ciò andrà a pesare inevitabilmente sui consorziati. La vicenda è al centro di una interrogazione presentata all'Ars dalla deputata regionale di Forza Italia Bernadette Grasso. Innanzitutto stupisce, per la parlamentare forzista, che la riforma dei Consorzi, tenuta per ben quattro anni chiusa nei cassetti, stia subendo nelle ultime settimane una improvvisa accelerazione con atti che, a suo dire, appaiono incongruenti ed illegittimi. La legge di riforma risale al 2014, ma l'iter si è sbloccato solo qualche mese fa, quando c'è stata dapprima l'approvazione dello statuto e del regolamento dei due nuovi Consorzi da parte della giunta di governo, e successivamente, il 12 settembre scorso, il decreto di costituzione dei nuovi organismi. Per la parlamentare di Forza Italia, ci sono difformita' nella strutturazione organizzativa dei due Consorzi, nelle procedure di individuazione delle figure al vertice dei due organismi. Ed ancora, adozione del piano normativo e finanziario per il ripianamento delle passività nebulosa, farraginosa ed incerta e che, per la Grasso, determinerà l'automatico passaggio ai nuovi enti di tutta la gran mole di contenzioso risalente ad anche trent'anni addietro e che potrebbe decretare la paralisi gestionale in brevissimo tempo. Insomma, la riforma che si vorrebbe attuare certamente vanificherà il raggiungimento delle finalità che hanno guidato il legislatore nell'emanare la legge e determinerà costi enormi per la collettività quando, viceversa, osserva la parlamentare regionale, si sarebbe dovuto pensare ad una riforma utile ad adeguare i servizi di bonifica e di irrigazione alle attuali esigenze dell'agricoltura. Alla luce di tutto ciò, conclude la deputata di Forza Italia, appare irrinunciabile effettuare un'attenta riflessione sulla legittimità ed efficacia degli atti amministrativi emanati nell'ambito della procedura di riforma in atto, in ogni caso resta da chiarire per quali ragioni una riforma tanto importante, che si sarebbe dovuta attuare in 120 giorni e rimasta a giacere invece per quasi quattro anni, stia subendo una accelerazione tanto vertiginosa.