E’ un sacerdote attento ai mutamenti della società, alle problematiche del territorio e non si è mai sottratto dal richiamare anche la classe politica locale e regionale quando ha ritenuto di dover difendere gli interessi della collettività. Non deve stupire, dunque, la sua ultima iniziativa, ossia la lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi dopo la bocciatura dei 31 progetti presentati dalla Regione Siciliana e relativi a importanti infrastrutture irrigue del territorio. Progetti ritenuti incompleti, carenti in più punti e non cantierabili che, di fatto, fanno perdere alla Sicilia il treno dei finanziamenti nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza.
Don Antonio Nuara, della parrocchia Maria SS Immacolata di Ribera, si è rivolto al premier Draghi sostenendo che la provincia di Agrigento e tutta la Sicilia non possono e non debbono perdere questa occasione di sviluppo sol perché la classe politica e dirigente alla Regione non è capace di presentare progetti validi e completi. Attacca, quindi, senza alcuna remora politici e funzionari definiti inidonei e incapaci, pure se con stipendi superiori alla media nazionale.
Un prete che scrive questo e che si rivolge al Presidente del Consiglio per perorare la causa è una cosa “insolita” e fuori dal “protocollo” scrive Don Antonio Nuara aggiungendo, però, che non si può tacere dinanzi al disprezzo palese del territorio da parte di chi amministra.
Un prete deve fare anche questo, secondo padre Nuara. Al Presidente Draghi ha chiesto, dunque, di non penalizzare i siciliani onesti, piuttosto di nominare commissari che possano sostituire la classe politica e dirigente che non ha saputo redigere i progetti. Questi fondi, ha aggiunto, sono importantissimi per il territorio di Ribera, famoso per le arance, dove ogni anno vengono scaricati a mare oltre 80 milioni di metri cubi di acqua che, se incanalati e raccolti, potrebbero migliorare ancora di più la produzione agrumicola e determinare sviluppo per il comparto.