«anche nella Chiesa Agrigentina sarà sospeso l'ufficio di padrino e madrina nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione, come già avviene in altre diocesi».
La decisione è del vescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, che ieri con una lettera inviata ai sacerdoti, ai religiosi e agli operatori pastorali, ha comunicato un cambiamento che si può definire epocale e che sta scatenando, adesso anche da queste parti, un dibattito tra chi è favorevole e chi è contrario.
“E’ un'usanza antichissima della Chiesa dare al battezzato un padrino o una madrina”, si legge, infatti, nella comunicazione del vescovo di Agrigento.
“Il compito è grave e delicato, in quanto prevede l'accompagnamento nel cammino di crescita umana e spirituale di chi è iniziato alla vita cristiana. Ci rendiamo conto, tuttavia – ha spiegato mons. Damiano - che una così importante istituzione ha perso nel tempo molto del suo carattere religioso riducendosi - il più delle volte - a una pura formalità convenzionale, dettata da motivi umani e da una consuetudine ormai svuotata di senso”. Il riferimento è ai regali, alle feste, a tutti quegli aspetti legati al battesimo e alla cresima che di spirituale hanno davvero ben poco.
“Codice di Diritto Canonico afferma che la presenza del padrino e/o della madrina non è precettiva, ma facoltativa – ricorda ancora il vescovo: sia il can. 872 - in riferimento al battesimo - sia il can. 892 - in riferimento alla confermazione - richiedono che tale figura ci sia «per quanto è possibile». Facendo mie diverse sollecitazioni, pervenute da più parti e vagliate nei mesi scorsi con il Consiglio Presbiterale e con il Collegio dei Vicari Foranei, - ha quindi concluso Alessandro Damiano -comunico che dalla prima domenica di Avvento (27 novembre 2022) anche nella Chiesa Agrigentina sarà sospeso l'ufficio di padrino e di madrina nella celebrazione dei sacramenti del battesimo e della confermazione, come già avviene in altre diocesi”.
Ma le novità, nel mondo della chiesa, non finiscono qui. La Cei, la Conferenza episcopale italiana, ha aggiornato le misure anti-covid all’interno degli edifici religiosi. Caldamente consigliato l’utilizzo delle mascherine Ffp2; confermate, poi, le altre direttive già messe in atto: il distanziamento tra i banchi, il no allo scambio della pace con la stretta di mano, e le acquasantiere vuote. All’ingresso deve essere messo a disposizione il gel igienizzante e devono essere sanificate tutte le superfici, tra panche, sedie e maniglie, dopo ogni celebrazione. Non è necessario il green pass dei fedeli per assistere alla messa. Il green pass rafforzato è invece obbligatorio per le attività pastorali e tutto ciò che gravita intorno al settore ecclesiale: i musei, i bar degli oratori, le strutture sportive, le feste. Il catechismo può continuare in presenza ma la Cei precisa che non potranno partecipare i ragazzi che a scuola sono sottoposti a “sorveglianza con testing” perché entrati in contatto con un positivo. Per loro niente catechismo "fino all’esito negativo del secondo test da effettuarsi cinque giorni dopo il primo".