messi a disposizione dal PNRR per la costruzione e la ristrutturazione di nuovi asili nido. Il primo Avviso del Ministero dell'Istruzione, scaduto lo scorso 28 febbraio, era andato quasi a vuoto. Leggermente meglio è andato il secondo Avviso, scaduto, invece, il 31 marzo. Adesso si spera in un terzo Avviso pubblico per ricollocare i fondi residui, ma i Comuni siciliani sono in forte ritardo con la progettazione sia perché, probabilmente, si sono fatti trovare impreparati sia per i consueti problemi legati alla carenza di personale e, di conseguenza, di professionalità, in dotazione alla pianta organica comunale, in grado di occuparsi di seguire progetti e bandi. Ci sarebbero sul piatto, per la precisione, 276 milioni e mezzo di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per proporre strutture per la prima infanzia. E dire che in Sicilia gli asili nido pubblici sono pochi e, dove esistono, i posti a disposizione non sono quasi mai sufficienti. Gli asili nido esistenti coprono soltanto il 7% del fabbisogno reale delle famiglie siciliane. Arriva, quindi, quella che è stata presentata come un'ultima possibilità: l'Unità di missione per il Pnrr del Ministero dell'Istruzione, infatti, ha comunicato pochi giorni fa ai Comuni meridionali che per le "candidature degli enti locali delle sole Regioni del Mezzogiorno" è stata fissata una nuova proroga con scandenza al 31 maggio. Per le regioni meridionali interessate "sarà redatta un'unica graduatoria delle candidature pervenute", dando priorità "alle candidature dei comuni delle regioni Basilicata, Molise e Sicilia, che alla data del 1° aprile 2022 hanno espresso un fabbisogno per asili nido, nella fascia di età 0- 2 anni, inferiore alle risorse stanziate".
Insomma, il budget messo a disposizione dal ministero non solo non è stato ancora impegnato, ma rischia di andare definitivamente perso, mentre, per esempio, Emilia Romagna e Umbria hanno addirittura presentato progetti in eccesso rispetto ai fondi disponibili nel bando asili del Pnrr. Ad alcuni Comuni siciliani manca il personale, ad altri gli immobili, ad altri ancora i terreni su cui edificare, alcuni non sono in possesso della documentazione relativa all'attestazione di vulnerabilità sismica, altri ancora lamentano le inefficienze in merito della Regione. Insomma, ce n'è per tutti i gusti, ma il tempo stringe e in Sicilia si rischia di perdere a breve l'ennesima opportunità di sviluppo e lavoro.