Sono 280 mila lavoratori abusivi. Riparano auto, ristrutturano case, curano l’estetica, realizzano servizi fotografici e video per matrimoni ed eventi di ogni genere. Tutto rigorosamente in nero, senza garantire dipendenti e clienti. Quasi 100 mila imprese artigiane abusive che fanno della Sicilia la terza regione italiana nella classifica del lavoro illegale dopo Calabria e Campania.
E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, nell’ambito della campagna nazionale, attraverso il linguaggio dei fumetti con strisce dedicate ai vari mestieri, dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un’azione di controllo e repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.
Una concorrenza sleale quella che arriva dal sommerso. L’analisi degli ultimi dati dell'Istat disponibili a livello regionale sull’economia non osservata evidenzia che in Sicilia il peso del lavoro è al 18,5%.L'artigianato è particolarmente esposto al fenomeno dell’abusivismo, in particolare per ciò che concerne la cura della persona con estetisti e parrucchieri, ma anche fotografi e meccanici.
A livello generale l’artigianato è più esposto nelle province di Caltanissetta, Siracusa e Catania, mentre l’abusivismo nei mestieri più esposti( estetisti, parrucchieri e meccanici) è particolarmente elevato nelle province di Enna , Agrigento e Ragusa .