ma evidentemente troppo tardi e procede, anche, a rilento. La rubrica di oggi si apre con le lamentele dei saccensi riguardo proprio questo mancato servizio.
Due le segnalazioni pervenutaci da due zone differenti, ma entrambe nei pressi del centro storico. La prima riguarda un’arteria caratteristica, il vicolo Consiglio, una scalinata che collega la zona della marina con il cuore della città. Un’arteria secondaria, ma caratteristica, presso cui risiedono diversi cittadini e che è, inoltre, percorsa giornalmente da tanti turisti alla ricerca di scorci suggestivi della città. È proprio dal centro storico che il servizio di scerbatura dovrebbe partire, per presentare al meglio le proprie potenzialità.
Stesso discorso vale per un’altra scalinata, anch’essa di accesso al centro storico, più in vista e ancora più percorsa da saccensi e da visitatori, quella di via Orti San Salvatore. Una strada spesso al centro della nostra rubrica e sempre per lo stesso motivo: lo stato di incuria in cui versa. Anche qui a crescere rigogliosa è l’erba spontanea tra un gradino e l’altro, al contrario delle piante ornamentali all’interno dei vasi che, invece, stentano a sopravvivere. Insomma, si spera che il servizio di scerbatura venga esteso, e in breve tempo, a tutte le arterie cittadine, in particolare a quelle del centro storico, senza dimenticare, come spesso accade, quelle secondarie.
In conclusione, vi presentiamo altro esempio di mancato decoro, ma attribuibile solo ed esclusivamente, questa volta, all’inciviltà della gente. Lo ribadiamo continuamente: i vestiti dismessi vanno portati al centro di raccolta di contrada Perriera e non abbandonati in giro per la città. In particolare sono presi di mira quei luoghi dove un tempo erano presenti i cassonetti dei rifiuti. È il caso dell’area attigua l’ex chiesetta della Perriera. Lì sono presenti i contenitori di raccolta dell’olio esausto e non dei vestiti. È impressionante la quantità di abiti usati abbandonati sul posto in questi giorni in cui viene effettuato il cambio di stagione degli indumenti. Occorre l’ennesimo intervento di bonifica e, soprattutto, l’installazione di telecamere.