non sarà più consentita la presenza di madrine e padrini in occasione di battesimi e cresime nell’Arcidiocesi di Agrigento. La decisione era stata annunciata già il 9 gennaio scorso e motivata dal venir meno del carattere religioso dell’ufficio di madrina e padrino, ridotto il più delle volte ad una pura formalità convenzionale, dettata da una consuetudine ormai svuotata di senso. Così aveva scritto l’arcivescovo di Agrigento che oggi in una nota inviata ai presbiteri, diaconi, religiosi e fedeli della chiesa agrigentina ha fatto ulteriori precisazioni in relazione al comportamento che dovrà essere tenuto in occasione della celebrazione di battesimi e cresime. I sacerdoti dovranno omettere le parti in cui si fa riferimento al padrino e alla madrina e saranno solo i genitori a portare il bambino al fonte battesimale. Non sarà, inoltre, necessario richiedere i certificati di cresima e di idoneità ai genitori che chiedono il battesimo per i propri figli, mentre si evidenzia che non saranno concessi nulla osta per celebrare battesimi e cresime fuori diocesi. Sacerdoti e operatori pastorali sono poi invitati a creare occasioni di formazione nelle proprie comunità per ricordare ai genitori il compito di trasmettere la fede ai propri figli. Tra circa 10 giorni, dunque, non ci saranno più madrine o padrini accanto ai genitori del battezzato o del cresimando, ma al momento è presto per parlare di addio definitivo. Quella adottata anche dalla chiesa agrigentina, dopo analogo provvedimento di altre diocesi, è piuttosto una sospensione. Una sorta di esperimento, così è stato anche prospettato, in alcune diocesi per almeno tre anni. In ogni caso è una decisione che ha fatto e continuerà a far discutere, come tutte le novità.