che venga fatta chiarezza sui provvedimenti assunti dal Libero Consorzio nei suoi confronti. Si tratta del saccense Maurizio Puccio, dipendente dell’ex provincia di Agrigento, portatore di handicap, invalido al 100% e soggetto fragile che già nelle settimane scorse aveva scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed all’Ispettorato del lavoro del capoluogo, per segnalare il mancato rinnovo, da parte dell’amministrazione, dello “smart working” nonostante la precarietà delle proprie condizioni di salute. Adesso si è rivolto all’ Autorità Giudiziaria sostenendo che, a pochi giorni di distanza dalle sue segnalazioni al Presidente della Repubblica ed all’Ispettorato Provinciale del Lavoro, il Libero Consorzio di Agrigento gli ha rinnovato il “lavoro agile” ma, con provvedimento a firma della dirigente Maria Antonietta Testone, è stato assegnato ad un diverso ufficio, con sede ad Agrigento, rispetto alla sede saccense dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico dove ha prestato servizio per oltre venti anni. Un “trasferimento” che l’interessato ritiene “illegittimo” in quanto posto in essere nei confronti di un soggetto disabile e per il quale ha reiteratamente chiesto spiegazioni alla dirigente che però non sono mai arrivate. Maurizio Puccio sostiene, inoltre, che questo provvedimento oltre ad una sorta di “beffa”, potrebbe essere “letto” anche in chiave ritorsiva. Negli esposti elenca una serie di episodi, concatenati nel tempo, per i quali chiede alle due Procure di verificare l’operato della dirigente del Libero Consorzio nei suo confronti ( dalla mancata riconferma dello smart working, alla richiesta di rinvio delle ferie non accolta, fino ad arrivare adesso al trasferimento da Sciacca ad Agrigento). Alla magistratura chiede anche di verificare se gli episodi riferiti possano offrire una “interpretazione in senso persecutorio”.
Sulla vicenda interviene la dirigente del Libero Consorzio di Agrigento chiamata in causa da Puccio. Maria Antonietta Testone sostiene che lo smart working non è stato mai negato e che al dipendente è stato chiesto solo di scegliere dove espletare l’attività, posto che quella dello sportello Relazioni con il Pubblico di Sciacca non è conciliabile con il lavoro agile. Non pervenendo alcuna indicazione dall’interessato, conclude la dirigente, gli è stato assegnato il carico di lavoro tale da consentirgli lo swart working.