capeggiato dal vulcanico sindaco di Taormina Cateno De Luca l'interrogazione presentata al presidente della Regione Schifani e all'assessora alla Salute Volo avente ad oggetto le criticità dell'ospedale di Sciacca, quelle che venerdì culmineranno con una manifestazione di protesta giunta al culmine di un indebolimento dei servizi e alla luce della mai avvenuta attivazione di quella Stroke Unit che avrebbe conclamato il riconoscimento di Dea di primo livello, ottenuto nel 2019 ma mai resa operativa. Fanno chiaro riferimento, i parlamentari De Luca, La Vardera, Balsamo, De Leo, Lombardo, Sciotto e Vasta, anche all'esposto a procura e Corte dei conti per evidenziare una situazione definita grave e insostenibile.
I deputati regionali che fanno riferimento a Cateno De Luca invocano risposte su tematiche diverse: dalla riduzione drastica di medici e operatori sanitari al lungo elenco di reparti in grave sofferenza o addirittura chiusi come, ad esempio l’Ortopedia. L'interrogazione contiene anche un rilievo sul funzionamento a singhiozzo di una delle due sale di Emodinamica e con il mancato utilizzo, nella seconda sala da tempo sottoposta a lavori di ristrutturazione, di un nuovo angiografo tuttora impacchettato.
Il gruppo Sud chiama Nord sottolinea come l'esposto alla magistratura e le manifestazioni di protesta dei cittadini, esasperati dalle difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria, scaturiscono anche dalla ventilata ipotesi secondo cui l’ospedale di Sciacca verrebbe eventualmente declassato ad ospedale di base. Sottolineano, i deputati regionali, quella che definiscono "inefficienza dell’intero sistema, che penalizza non soltanto i pazienti ed i loro familiari, ma anche il personale medico e paramedico, il quale pur impegnandosi con la massima professionalità e dedizione, appare, ovviamente, in forte difficoltà a gestire questo gravoso carico di lavoro anche in considerazione che l’Ospedale Giovanni Paolo II è al servizio non soltanto della città di Sciacca ma dell’intero comprensorio. Dal governo il gruppo parlamentare chiede di sapere perché il Dea di primo livello non sia mai stato attuato, se l'ospedale di Sciacca rischi di essere declassato ad ospedale di base e se il governo non ritenga opportuno intervenire urgentemente per garantire un adeguato livello dei servizi minimi essenziali.
Intanto, a pochi giorni dalla manifestazione di venerdì mattina, i consiglieri comunali di Opposizione ribadiscono il proprio appello che definiscono "accorato, forte e deciso". Confermano quanto già anticipato nella conferenza stampa di due settimane fa, ovverosia che parteciperanno alla manifestazione di venerdì in difesa del nostro ospedale e del nostro sacrosanto diritto alla salute. "Non rimarremo mai in silenzio ed inermi davanti alla necessità di dare voce al territorio, già in passato ci siamo uniti per salvaguardare comparti della nostra città, oggi torniamo a farlo, a gran voce", scrivono i rappresentanti del centrodestra. Per i quali la manifestazione di venerdì è necessaria, urgente, vitale. "Non possiamo più assistere - osservano - al continuo, lento ed inesorabile smantellamento del nostro ospedale. "Il reparto di ortopedia, ridotto al lumicino, è l'ultimo palese colpo inflitto alla nostra città. La comunità è in pericolo, occorre fare squadra", dicono dall'Opposizione.
Anche il Pd di Sciacca naturalmente annuncia pubblicamente la propria adesione alla manifestazione “Difendiamo l’Ospedale di Sciacca” indetta per
Venerdì 10 Novembre alle ore 10:00. "La comunità locale e i paesi dell’hinterland - si legge in una nota - vivono una situazione insostenibile, con disservizi, criticità e assenza totale di cure in tanti reparti ormai diventati la “normalità”".
L'accusa alla direzione strategica e sanitaria è di nascondere da anni sotto il tappeto segnalazioni, esposti, raccolte di firme, presidi davanti l’ospedale del comitato civico sulla Sanità che in questi anni è stato, insieme alla deputazione regionale e nazionale, il vero faro. Per il circolo saccense del Partito Democratico è arrivato il momento di scendere in piazza per far sentire la presenza di chi vuole avere come punto di riferimento il diritto alla salute.