con Antonino Certa, atteso per le prossime ore, sarà sicuramente preceduto da una revisione delle attuali deleghe in capo agli assessori. Traduzione: le deleghe di Fisco (Lavori pubblici e Protezione civile, ma anche Demanio, Trasporti, Rapporti con la Regione e Attività istituzionali) non passeranno automaticamente al suo sostituto. Quanto meno non tutte. Sicuramente non il ruolo di vicesindaco, per il quale la predestinata è Valeria Gulotta.
Da qualche giorno Fabio Termine si sta consultando con i suoi più stretti collaboratori, e a quanto pare non solo nell'ottica di una redistribuzione dei carichi di lavoro ai singoli assessori, compresi quelli (tutt'altro che leggeri) che sin dal primo giorno ha scelto di detenere personalmente. Stando a quanto si apprende, infatti, oltre alla nomina di Antonino Certa (pronto a lasciare lo scranno consiliare al primo dei non eletti nella lista del Partito Democratico Giuseppe La Bella), il sindaco avrebbe già rappresentato al suo alleato più importante - vale a dire il Partito Democratico - la necessità di conferire una maggiore sostanza politica alla propria squadra di governo. All'orizzonte, dunque, si profilerebbe quello che un tempo si chiamava rimpasto, o "tagliando". In particolare Fabio Termine, che nel rispetto personale per Certa avrebbe voluto per sostituire Fisco un nome politicamente più di primo piano come il segretario provinciale Simone Di Paola, al momento starebbe facendo pressioni nei confronti dell'altro Fabio della scena politica, vale a dire l'esperto Leonte, decano dei consiglieri comunali, che occupa tuttora (eletto nella Lista Ferdinandea), uno scranno di Sala Falcone Borsellino. Termine vorrebbe che Leonte prendesse in considerazione l'ipotesi di un suo innesto all'interno dell'amministrazione, per occuparsi soprattutto dei temi economici e finanziari, con i quali come tutti sanno ha particolare dimestichezza. Ma Leonte è anche l'esponente politico sicuramente più preparato di tutti, in grado di sostenere la contrapposizione con lo schieramento avversario.
Un'ipotesi, quella di Leonte in giunta, che potrebbe anche avverarsi e senza grossi problemi. Ovviamente però, nei desiderata degli alleati, dovrebbe dimettersi da consigliere e fare scorrere la lista. Ma proprio Leonte non si sentirebbe vincolato dalla regola interna che si è data il Pd (partito del quale d'altra parte non è un tesserato) di doversi dimettere eventualmente da consigliere comunale. Sarebbe così disponibile a rivestire un doppio ruolo, quello che la legge d'altronde gli consente. Ipotesi, questa, che lascerebbe indifferente il sindaco. Evidentemente non lascerebbe indiffertenti gli altri, soprattutto il Pd.
La Lista Ferdinandea era nata per ospitare le candidature degli ex assessori della giunta guidata da Francesca Valenti. La quale, invece, del Partito Democratico è una dirigente. Si sa bene che non tutti i suoi ex assessori si candidarono. Tra chi lo ha fatto c'è stato anche Michele Bacchi, primo dei non eletti della Lista Ferdinandea, che si sente autorizzato ad immaginare di potere prendere posto in consiglio comunale nel caso in cui Leonte accettasse di fare l'assessore. Ma, per sintetizzare, Leonte, e alla sua età, non vuole correre il rischio di ritrovarsi improvvisamente senza alcun ruolo. I fatti che interessarono Filippo Bellanca, tanto per fare un esempio, non sono così lontani nel tempo. Di fronte a questo quadro è probabile che scaturisca uno scontro. Il raggruppamento che fa riferimento a Francesca Valenti è chiaro che chiederebbe conto e ragione al deputato di riferimento Michele Catanzaro di uno scenario che, di fatto, penalizzerebbe la sua parte politica. E dunque, per questa parte politica, l'alternativa è o Michele Bacchi in consiglio, o Michele Bacchi (e a quel punto non Leonte, visto che non intende lasciare lo scranno consiliare) dentro l'amministrazione.
Da questa situazione potrebbe scaturire il primo vero scontro politico in giunta. Ci sono consiglieri, come Alessandro Curreri, che avrebbe voluto mantenere il doppio ruolo, quello di consigliere e di assessore. Ma la sua richiesta fu respinta. Potrebbe chiedere perché lui no e Leonte sì. Oggi, per come si sono messe le cose, sembra che Fabio Termine sia intenzionato ad andare avanti su questa strada, confidando di convincere il Pd sulla base di equilibri e rapporti di forza più soddisfacenti. Che l'amministrazione Termine, dopo l'addio di Fisco, abbia bisogno di una connotazione più robusta sul piano delle idee e delle persone in grado di rafforzarne identità e concretezza, nessuno può metterlo ragionevolmente in dubbio. Si attendono giorni difficili all'interno dell'amministrazione. Saranno i primi da quando Fabio Termine ha vinto le elezioni. Sempre in attesa che il CGA conclami definitivamente, ovvero modifichi, andando incontro ai desiderata di Ignazio Messina, quel risultato. La decisione della giustizia amministrativa rimane il punto di svolta. E, a quel punto, non solo per l'amministrazione ma anche per lo schieramento di centrodestra le cose cambierebbero. Ma questa è un'altra storia che vi racconteremo presto.