sarebbe pronto a lasciare l'amministrazione guidata da Fabio Termine anche Francesco Sabella. Questione di pochi giorni e la sua lettera di dimissioni sarà ufficializzata. Una decisione, quella dell'assessore al Bilancio, che è nell'aria da qualche tempo. A pochi giorni dal giuramento di Antonino Certa, dopo una lunga gestazione culminata col giuramento del nuovo consigliere comunale Giuseppe La Bella, il sindaco sarà chiamato dunque ad occuparsi di un'altra sostituzione da fare all'interno della sua giunta. La questione è diversa rispetto a quella di Fisco, perché Sabella non è un consigliere comunale. Indicato da Francesca Valenti come rappresentante in giunta della Lista Ferdinandea da lei ispirata, il quarantatreenne insegnante di Economia d'azienda avrebbe maturato la decisione di dimettersi in assoluta autonomia, notificando il suo orientamento naturalmente alla ex sindaca, colei che lo aveva indicato. Ma se la questione è diversa per un verso, sullo sfondo rimane il dogma dello scorrimento della lista, della serie: entra in amministrazione o un consigliere comunale (in carica sono, in ordine di elezione, Ambrogio e Leonte) oppure, in caso di indisponibilità da parte di entrambi a lasciare libero lo scranno di Sala Falcone Borsellino, il primo dei non eletti di quella lista.
Spettando il nuovo assessore alla Lista Ferdinandea, ed escludendo che sia Ambrogio che Leonte possano essere eventualmente disponibili a dimettersi da consiglieri, la soluzione rimane quella del ritorno alla carica di assessore di Michele Bacchi, strettissimo collaboratore di Francesca Valenti ma, soprattutto, primo dei non eletti della lista Ferdinandea. Nelle settimane scorse erano circolate indiscrezioni secondo le quali a Fabio Termine non sarebbe dispiaciuto avere Leonte in giunta, anche nell'ottica di un rafforzamento della sostanza politica. Leonte tuttavia avrebbe accettato solo mantenendo il doppio incarico, consigliere da una parte, assessore dall'altra.
Ma nel Pd c'è stata una specie di insurrezione rispetto a questa ipotesi, proprio per quella sorta di "regola" non scritta secondo cui si devono valorizzare tutti quelli che si sono candidati e dunque battuti durante la campagna elettorale. E questo anche se Leonte non è del Pd. Lo è Ambrogio, a cui spetterebbe la precedenza della scelta. Ma è un metodo, quello dello scorrimento della lista su cui, a quanto pare, Michele Catanzaro per primo sia il più intransigente. A questo punto l'ipotesi realmente più accreditata, a meno che non ci siano stravolgimenti (a proposito, oggi è il cinquantanovesimo giorno di attesa del pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativa sul ricorso elettorale firmato Ignazio Messina) è quella che vedrà nuovamente in sella Michele Bacchi. Che dopo essersi occupato dei conti del comune con l'amministrazione guidata da Francesca Valenti, lo farà con quella a guida Fabio Termine.