in raccordo con l'assessorato regionale alla Salute per coprire le necessità del reparto di Oncologia dell'ospedale di Sciacca. Due i medici provenienti dagli altri ospedali, rispettivamente di Canicattì ed Agrigento, che si sono presentati stamattina al "Giovanni Paolo II" per sostituire l'unico collega di ruolo, Domenico Santangelo, che sarà assente per malattia almeno fino al 17 dicembre. Due oncologi a Sciacca non solo oggi, ma anche domani, e venerdì. Tra gli obiettivi c'è anche quello di recuperare le chemioterapie che 24 ore fa sono state giocoforza annullate per l'assenza del dottore Santangelo. Poi, dal 18 dicembre, quando Santangelo rientrerà, sarà garantita la presenza al suo fianco di almeno un medico, e non solo tre giorni alla settimana. A dare questa notizia è stata al nostro Telegiornale la sindaca di Montevago e parlamentare regionale forzista Margherita La Rocca Ruvolo, che a sua volta ha ricevuto questo impegno dal direttore del Dipartimento per la pianificazione strategica dell'assessorato di piazza Ziino Salvatore Iacolino. Il 18 e il 19 dicembre le chemioterapie non potranno comunque essere somministrate perché la farmacia ospedaliera deve effettuare il periodico inventario annuale. In ordine all'annuncio fatto al nostro Telegiornale dal commissario Zappia sul tentativo di reclutare i concorrenti del concorso per oncologi bandito nel 2021 per coprire le carenze di personale a Sciacca, La Rocca Ruvolo evidenzia oggi come si tratti di una strada impervia, e non solo perché uno dei componenti della commissione del predetto concorso è andato in pensione, ma anche perché sarà difficile che i concorrenti del concorso (molti dei quali peraltro hanno già una loro collocazione) accettino un incarico a tempo determinato. "Da tre giorni ho tempestato di telefonate l'assessorato per ottenere risposte per un reparto salvavita, così non si può andare avanti, ricevo continuamente messaggi da parte dei pazienti", dice la deputata.
A Canicattì ci sono 3 oncologi, ad Agrigento ce ne sono 6. Poi ci sono i due medici che devono occuparsi delle prestazioni ambulatoriali. Numeri che fanno dire all'ex sindaca Francesca Valenti, anche lei paziente oncologica, che negli altri ospedali, dove ci sono più medici, la situazione è sicuramente migliore rispetto all'Oncologia di Sciacca, dove ci sono 380 cartelle cliniche tuttora aperte, rivelando incidentalmente un aumento dei casi di tumore. Francesca Valenti ieri sulla sua pagina Facebook era intervenuta pubblicando l'articolo 32 della Costituzione, quello che recita che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. "Per i pazienti oncologici che vivono nel comprensorio saccense la tutela della salute rischia di diventare un miraggio", aveva scritto.
Per il capogruppo del Pd Michele Catanzaro quanto accaduto all'ospedale di Sciacca è di una gravità inaudita, ed è solo l'ultimo episodio di una lunga serie di inefficienze che non possono continuare a passare inosservate. "Situazione nota da tempo, eppure gli appelli degli stessi pazienti sono stati ignorati, e la mobilità di oncologi dagli altri ospedali è stata un pannicello caldo". Per Catanzaro avere mandato improvvisamente a casa oltre 30 persone che erano in attesa del ciclo di terapia e della visita ambulatoriale programmata è un fatto gravissimo, un altro esempio di incapacità di gestire la sanità pubblica da parte di questo governo regionale. Ancora, per il parlamentare siamo forse di fronte ad una grave interruzione di pubblico servizio, soprattutto se da almeno tre mesi c'era una evidente situazione di difficoltà evidenziata dagli utenti, dagli stessi operatori sanitari e dalla stampa. Non è possibile assistere ogni giorno allo sfascio dei servizi sanitari – conclude Catanzaro – è arrivato il tempo che l'assessore Giovanna Volo con un atto di coraggio faccia un passo indietro.
E i pazienti continuano a chiedere aiuto, alle autorità ma anche alla stampa. Proseguono gli appelli alla nostra redazione giornalistica. La signora Francesca Cannella, paziente oncologica in cura all'ospedale di Sciacca, oggi è nuovamente intervenuta: "Non era così difficile - fa notare - accorgersi che un solo oncologo in un reparto salvavita non poteva essere sufficiente".