È quanto trapela dalla riunione di ieri pomeriggio dei dirigenti della Lista Ferdinandea. Ambrogio sostituirà Francesco Sabella, ma non si dimetterà da consigliere comunale. A lui, che è un esponente a tutti gli effetti del Partito Democratico, è stato concesso un "diritto di precedenza" in quanto primo eletto nella lista ispirata dalla ex sindaca Francesca Valenti. Fabio Termine avrebbe già preso atto della richiesta. La richiesta del sindaco sarebbe quella di un assessore al Bilancio e ai Tributi. Che sono poi le deleghe detenute da Sabella fino a quando si è dimesso. Deleghe che, tuttavia, Ambrogio non sarebbe disponibile a gestire. Potrebbe scaturirne un braccio di ferro. Tanto più che nel caso in cui Fabio Termine chiedesse alla lista Ferdinandea di indicare un soggetto esterno, la risposta sarebbe negativa. Nel senso che i soggetti abilitati sono i due consiglieri comunali in carica e i due primi dei non eletti, in ordine Michele Bacchi e Roberto Lo Cicero, entrambi assessori nella precedente consiliatura a guida Francesca Valenti.
Quella che viene fuori è una logica un po' dei 'due pesi e due misure' nel Pd, con una 'regola' (quella dello scorrimento della lista) che se è valsa per l'avvicendamento in Consiglio comunale tra Certa e La Bella, viceversa non determinerà alcun avvicendamento tra gli eletti nella lista Ferdinandea. Ambrogio infatti non lascerà libero lo scranno consiliare al primo dei non eletti della sua lista Michele Bacchi, tanto per intenderci. Lista Ferdinandea che dunque, sebbene capeggiata dalla ex sindaca e tuttora dirigente Dem Francesca Valenti, non ha mai aderito a quella 'regola' non scritta, diventata un 'dogma' dentro il Pd ma non solo dentro il Pd, visto che ha impedito (per esempio) al grillino Alessandro Curreri di entrare in giunta, non essendo disponibile a lasciare lo scranno consiliare.
La questione è tutt'altro che risolta. Ma la novità vera è che la lista Ferdinandea avrebbe messo sul tavolo delle trattative la richiesta di avere due assessori, e questo sulla base di una rappresentanza fondata sui rapporti tra le forze della coalizione. Se, infatti, ai 2 consiglieri comunali del Pd corrispondono altrettanti assessori (Gulotta è anche vicesindaca), la stessa situazione riguarda Mizzica, mentre la lista-costola di Mizzica, quella denominata "Fabio Termine Sindaco", oggi è rappresentata in sala Falcone-Borsellino dal solo Alessandro Curreri, e ha in giunta un solo assessore (Salvino Patti). Insomma: il Manuale Cencelli è ancora una volta dietro l'angolo. Ma evidentemente la Lista Ferdinandea vuol farne una questione di principio: come dire che a due consiglieri devono corrispondere due assessori, come gli altri. Forse è questo l'unico modo per permettere a Fabio Leonte di entrare in giunta, vincendo qualche resistenza interna, considerato che Leonte non ha mai aderito al Pd. Eppure non è un mistero che a Fabio Termine avere Leonte in giunta non dispiacerebbe. Obiettivamente al momento appare difficile che il sindaco possa accettare la richiesta di due assessori. Ma le carte in tavola al momento sono queste. L'eventuale prezzo politico di un secondo assessore in capo alla lista Ferdinandea, verrebbe pagato da Salvatore Mannino. Cosa che il sindaco, in questo momento, non sembra avere alcuna intenzione di agevolare.