Anche se la Srr ha fatto un intervento "ad adiuvandum" della prefettura, evidenziando nel dettaglio quali sono gli effetti negativi dell'impossibilità di utilizzo della discarica, il giudice per le indagini preliminari ha rigettato l'istanza di utilizzo, fermo restando il sequestro preventivo, dell'impianto subcomprensoriale. La discarica era stata sequestrata il 30 novembre scorso dai carabinieri per la tutela dell’ambiente di Palermo e del comando provinciale di Agrigento per presunte "irregolarità tecnico-amministrative dell’impianto e conseguenti contaminazione del suolo e delle acque e di pregiudizio per l’ambiente e per la salute pubblica", aveva scritto il procuratore Giovanni Di Leo.
Sul tema il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, ha detto di avere inviato due lettere al presidente della Regione Schifani. "L'ho invitato - ha spiegato - a ragionare anche in termini di utilizzo dei fondi che il presidente ha in base ad una norma speciale che consente di intervenire con ordinanza. Mi risulta che a Palermo ci stiano lavorando, la prefettura sta facendo tutto il possibile. Se il problema dovesse assumere carattere di ordine pubblico ovviamente interverremo, al momento il sistema regge. Ma regge per come siamo abituati in Sicilia".
L'Arpa Sicilia sta intanto concludendo il suo studio biennale sulla discarica di Siculiana. E da questo studio, fatto anche con due università, che dovrebbe essere chiuso entro fine anno, dipende anche la riapertura dell'impianto.