Risale al 2002 infatti il trasferimento armi e bagagli del nosocomio nella nuova struttura della Seniazza. Da allora l'edificio che rappresenta, ahinoi, un biglietto da visita tutt'altro che gratificante per chi arriva a Sciacca, è in stato di abbandono. Un immobile diroccato, che perde i pezzi e che più volte è stato oggetto di intervento di messa in sicurezza. Sul suo destino sono circolate decine di ipotesi, comprese quelle più svariate: un centro direzionale, un complesso scolastico, un grande albergo. L'idea più sponsorizzata di tutte continua ad essere quella della sua demolizione per fare posto ad un parcheggio multipiano. Ma non solo per costruire, ma anche per demolire un edificio, servono soldi. Molti soldi. Ma anche di questo colosso di cemento, il proprietario è la Regione Siciliana. Che, pensate, qualche anno fa ha inserito il vecchio ospedale di Sciacca in un elenco di beni da dismettere. Il prezzo fissato in 8 milioni di euro scoraggerebbe perfino Elon Musk. Un modo come un altro per dare l'idea di volere fare qualcosa pur sapendo che quel progetto non sortirà alcun effetto.
Probabilmente il commissario dell'Asp punta a recuperare e a rendere fruibile la parte costruita più recentemente, negli anni Ottanta, attigua al vecchio edificio. Nuova ala che ospitava i servizi ambulatoriali. Non è immaginabile certo che l'idea di Mario Zappia possa riguardare l'intero complesso. Le ipotesi allo studio sul vecchio ospedale riaprono, loro malgrado, una ferita, con la sensazione prevalente che questo colosso alla fine sia ancora destinato non solo a rimanere dov'è, ma a continuare in massima parte a rimanere inutilizzato. Dando alla cittadinanza un senso di oppressione e di autentica prigionia da un vero e proprio simbolo di bruttezza, che taglia le gambe ad ogni visione virtuosa di riqualificazione e di modernità. Con la prospettiva che ogni tanto bisognerà incaricare qualche muratore di mettere in sicurezza i calcinacci che continueranno a cadere, non escludendo che i vigili del fuoco possano accorgersi di qualche situazione di pericolo. E in quel caso saranno di nuovo dolori, perché come minimo arriveranno le celebri transenne ad interdire passaggi di veicoli e di persone. È, il vecchio ospedale, un monumento che esalta il nulla. E come Gallo Cedrone con il Tevere, anche i saccensi torneranno a chiedersi se questo edificio ci serva o non ci serva.