che ha dapprima portato alle dimissioni del dirigente medico del Dipartimento Luigi Scandaglia e poi alla sospensione del servizio notturno, compresi eventuali TSO dirottati a Canicattì, di cui abbiamo dato notizia nei nostri tg di ieri, è stata al centro di un incontro tra l’associazione Crescere Insieme di Sciacca ed il dottor Leonardo Giordano, direttore del Dipartimento di salute mentale dell' Asp 1 di Agrigento, il quale ha accolto ed ascoltato il grido di dolore dei familiari di persone con la disabilità per la mancanza di personale medico specialista, a maggior ragione a seguito delle dimissioni del dottore Scandaglia. Di tutti i distretti della provincia di Agrigento, la situazione di quello di Sciacca di cui fanno parte i comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina e Villafranca Sicula è sicuramente la peggiore e gli utenti vivono una situazione drammatica e un frustrante senso di abbandono, ha evidenziato l'associazione Crescere Insieme. Mancano gli psichiatri, e i pochi disponibili presso il dipartimento di Salute mentale del distretto di Sciacca (che raggruppa 17 comuni) non possono più garantire tutti i servizi. L’Asp di Agrigento, di conseguenza, ha sospeso com'è noto, la pronta disponibilità psichiatrica notturna. Tutte le urgenze tra le 20 e le 8, compresi gli eventuali Tso (trattamenti sanitari obbligatori) saranno dirottate all’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì, molto distante da Sciacca. Durante l’incontro si sono valutate e prospettate alcune soluzioni che, se da un lato ci fanno ben sperare, commenta l'associazione Crescere Insieme, dall’altro suscitano paure comprensibili se si tiene conto dell’andamento disastroso di tutto il sistema sanitario non solo locale ma anche nazionale. Tuttavia, l'associazione ringrazia il dottore Giordano per la sua disponibilità a sopperire con tutti i suoi mezzi alla mancanza di personale sanitario e soprattutto per la sua sensibilità nei confronti di un’ utenza fragile che ha bisogno di interventi sanitari e un’assistenza pubblica a tempo indefinito e in pianta stabile.