è passata all'unanimità all'assemblea regionale siciliana la legge sul contrasto alla diffusione del crack e delle dipendenze. La Sicilia è la prima regione in Italia ad approvare una norma che punta in maniera specifica all'adozione di misure ed iniziative contro la tossicodipendenza ed in particolare contro la diffusione di una sostanza, il crack, nota per essere una droga "a basso costo" ma purtroppo sempre più diffusa tra i govani, specialmente nei quartieri popolari di diverse città siciliane. Nei mesi scorsi, visto il crescente consumo di crack sul territorio regionale, si erano mobilitate associazioni e volontari, ed anche l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice aveva pubblicamente sostenuto la necessità di intervenire contro la diffusione del crack.
La legge regionale, che stanzia circa 23 milioni di euro nei prossimi tre anni prevede diverse misure sia a livello informativo che socio-sanitario: attività educativa e di sensibilizzazione nei luoghi di aggregazione giovanile, attività sanitaria di primo intervento sul territorio anche tramite unità mobili, previsione di interventi sia sul piano medico che su quello psicologico, rafforzamento delle strutture di servizio con ambulatori con appositi sportelli, sostegno alle comunità terapeutiche, promozione di specifiche attività nelle scuole.
In particolare, la norma prevede l'istituzione di tre organismi: il comitato di indirizzo sulle dipendenze, che servirà a promuovere iniziative in materia di dipendenze e individuare gli immobili inutilizzati da assegnare alle attività di prevenzione, trattamento e cura delle dipendenze patologiche; il tavolo tecnico per la ricerca e il coordinamento, che collaborerà con il tavolo tecnico regionale permanente per la prevenzione delle dipendenze da sostanze e comportamenti; la rete regionale diffusa sulle dipendenze, della quale potranno farne parte tutti i soggetti pubblici o privati che intervengono nella prevenzione, formazione, riduzione dei danni e dei rischi: sarà istituita inoltre, all’Asp, una unità mobilie per lo screening, il sostegno e l’assistenza sul territorio nelle zone ad alto tasso di tossicodipendenza, per ogni capoluogo di provincia. In ogni unità vi sarà personale medico, infermieristico, psicologico e sociale. Verranno portati avanti anche percorsi rieducativi e formativi promossi dalla Regione Siciliana, anche all’interno delle carceri. Poi importante sarà la figura del “Peer specialis” che vive o ha vissuto in prima persona esperienza legate alla dipendenza da sostanze e che porterà la sua testimonianza a coloro che intendono uscire dalla tossicodipendenza. Questo è quanto previsto dalla legge. Non si può non far notare che i Sert, che sono l'avamposto principale della prevenzione, sono sostanzialmente sprovvisti di medici tossicologi, perché non c'è stato il ricambio. Potrà la norma intervenire anche in questa direzione? Non è del tutto chiaro. È chiaro invece che se così non dovesse essere, bisognerà rimediare in qualche maniera. La pensa così anche il capogruppo del Pd Michele Catanzaro.
Ma intanto c'è soddisfazione per l'approvazione della legge anti-crack è stata espressa dal presidente della Regione Renato Schifani. Che parla di "passo decisivo per la protezione delle nuove generazioni e per combattere il fenomeno distruttivo delle sostanze stupefacenti". Per il governatore con questo provvedimento la Regione si impegna non solo nella prevenzione, ma anche nel garantire percorsi di cura e di reinserimento sociale per chi cade vittima delle droghe. Schifani parla di dimostrazione concreta di responsabilità e impegno da parte delle istituzioni, che si aggiunge alle altre risorse stanziate all’inizio dell’anno per la creazione a Palermo del primo centro di pronta accoglienza. Messaggi di soddisfazione sono stati pronunciati da tutti i gruppi politici.