potrebbe tornare a breve in sala Falcone e Borsellino per un nuovo esame. È quanto viene fuori da una specie di 'congiunzione astrale' che sta incrociando il destino di questo importante punto economico e finanziario con i tempi di nomina del potere sostitutivo da parte della Regione. Ma andiamo con ordine.
Il recente respingimento del Rendiconto del 2023 da parte del consiglio comunale di Sciacca rende necessario un intervento di un commissario ad acta, che lo approvi al posto del consiglio. Tuttavia, la decisione a maggioranza del consiglio comunale non ha ancora reso automatico questo passaggio. E questo sta succedendo perché il dottor Giuseppe Terranova, indicato nei mesi scorsi come commissario, e che avrebbe dovuto assumere la carica di potere sostitutivo dell'assise in mancanza del via libera al Rendiconto, nel frattempo è andato in pensione. L'assessorato regionale alle Autonomie locali dovrebbe procedere nelle prossime ore a nominare un altro dirigente regionale. La questione non sta riguardando soltanto il comune di Sciacca, ma anche diversi altri enti in Sicilia.
La soluzione al problema richiede in ogni caso tempi celeri, perché il Consuntivo non solo è fondamentale per consentire all'attività amministrativa di procedere, ma è anche un punto propedeutico per la altrettanto necessaria successiva approvazione del Bilancio Consolidato. Che, a sua volta, potrà permettere al comune di adottare specifici provvedimenti, tra i quali i più rilevanti sono sicuramente quelli relativi alla possibilità di scorrere le graduatorie degli ultimi concorsi per il reclutamento di qualche altra unità di personale, allo scopo di provare a rinfoltire uffici che, con i pensionamenti in atto, si stanno letteralmente svuotando, nonché per provare ad aumentare di qualche unità le ore lavorative dei lavoratori part-time. Elemento, quest'ultimo, che è stato oggetto di un interessante botta e risposta l'altra sera in aula tra l'assessore alle Finanze Fabio Leonte e il presidente della commissione Bilancio Filippo Bellanca, con il primo che, provando a ribaltare l'orientamento prevalente verso il no al Consuntivo, ha evidenziato il rischio che non si potesse intervenire, ma con il secondo che ha chiarito i termini della questione, sottolineando che senza Consolidato non sarebbe potuto succedere niente, anche se il voto al consuntivo fosse stato favorevole. Il Consolidato peraltro è tuttora all'esame della commissione Bilancio, che però ha dovuto inevitabilmente sospenderne la trattazione.
È chiaro che, pur trattandosi di un punto tecnico, il ritorno in aula del Consuntivo sia una notizia interessante sul piano politico. Perché la bocciatura è arrivata come valutazione politica, con l'accusa sostanziale da parte dell'opposizione di centrodestra all'amministrazione guidata da Fabio Termine di non avere saputo spendere i soldi dei progetti da sette milioni e mezzo di euro diventati avanzo di amministrazione, ancorché inevitabilmente vincolato.
La prassi impone che, prima di apporre la sua firma sul documento nella qualità di potere sostitutivo, il commissario ad acta faccia un ultimo tentativo con il consiglio comunale, affinché sia l'organo amministrativo legittimato e deputato ad approvare il punto. Di conseguenza, da prassi, dovrebbe essere il commissario a riconvocare i lavori consiliari, reinserendo il Rendiconto all'ordine del giorno. Di fronte ad una reiterata bocciatura, a quel punto sì, sarà lui o lei ad approvare il Consuntivo.
Il potere sostitutivo concederà un'altra decina di giorni ai consiglieri. Di fronte a questa prospettiva, e malgrado soprattutto in politica non ci siano fatti scontati, appare comunque improbabile che la maggioranza del consiglio comunale, che ha bocciato il Conto consuntivo lunedì sera, possa fare una specie di marcia indietro. Il Consuntivo, ancorché di fronte ad una eventuale richiesta del commissario di trattarlo nuovamente, verrà quasi certamente bocciato.
La questione, come abbiamo più volte avuto modo di evidenziare in questi giorni, richiama alla memoria il Consuntivo di alcuni anni fa, quando era in vigore una norma regionale diversa, che culminò con lo scioglimento del consiglio comunale. La norma, proprio in considerazione di quanto avvenuto in alcuni comuni (tra cui Sciacca), sarebbe poi stata modificata dall'Ars.
L'opposizione continua a dire che non sono i numeri ad essere oggetto di censura (e d'altronde non potrebbero esserlo, considerato che 2+2 fa comunque quattro e che sul Consuntivo ci sono i pareri favorevoli di Revisori dei conti e uffici finanziari). Oggetto di censura sono piuttosto le scelte (o le non scelte) politiche che hanno determinato quel risultato, secondo l'opinione dei gruppi di centrodestra. Sono pochi dunque i dubbi su un voto che si confermerà contrario. La questione rimane sotto i riflettori per i tempi che, inevitabilmente (non dimenticando comunque che il Rendiconto avrebbe dovuto essere approvato entro il mese di aprile) sono destinati ad allungarsi ulteriormente.