ma questo non impedisce al direttore generale dell'Asp di Agrigento Giuseppe Capodieci di dire al nostro Telegiornale che, così come le Terme di Sciacca, anche il vecchio ospedale di via Figuli avrà un futuro. Di più preferisce non aggiungere il manager, e di conseguenza è difficile capire a cosa si riferisca. Tutte le ipotesi sono meritevoli di attenzione. Non escludendo che quello di Capodieci alla fine sia semplicemente un auspicio. In ogni caso l'argomento, di cui oggettivamente da tempo si parla poco, è molto sentito in città. Stiamo parlando del gigante di cemento armato chiuso ventitré anni fa dopo il trasferimento di beni e suppellettili nella struttura di contrada Seniazza. Un luogo abbandonato e insicuro, inizialmente accessibile a chiunque, e non solo da qualche senzatetto, fino a quando gli ingressi principali furono sbarrati. Ma il fabbricato, oggi diruto e decadente, non è di certo un biglietto da visita edificante per chi entra a Sciacca dalla periferia est, tra infissi divelti, serrande bucate e finestre spalancate, con diverse situazioni strutturali che più volte in passato hanno costretto da una parte i vigili del fuoco ad intervenire tempestivamente per eliminare i pericoli segnalati da passanti per le cadute di calcinacci, dall'altra parte la stessa Asp, proprietaria dell'immobile in questione, a incaricare imprese edili di effettuare qualche intervento tampone urgente di messa in sicurezza. La stessa cosa sarà fatta nuovamente a breve, dice Capodieci.
Per anni sul vecchio ospedale si è disquisito in ordine alla possibilità che fosse trasformato in qualcosa che facesse uscire quell'edificio dallo stato di degrado deprimente nel quale versa. Le ipotesi che si sono rincorse per un po' di tempo sono state diverse: centro scolastico, albergo, uffici pubblici. La prospettiva più gradita alla popolazione è quella di una sua demolizione per fare spazio ad un grande parcheggio multipiano, che permetterebbe di chiudere il dibattito atavico sulla mancanza di quei posti auto necessari a convincere finalmente gli ultimi riottosi della necessità di limitare il traffico veicolare per le strade del centro storico. Dibattito che si è trasformato in uno dei tanti esercizi di stile in salsa saccense, soprattutto se si pensa che la stessa demolizione di un colosso come il vecchio ospedale di via Figuli non potrebbe certamente avvenire gratis.
Ma la più grande ipocrisia rimane l'inserimento dell'immobile, da parte della Regione Siciliana, all'interno di un elenco di beni da alienare, cosa fatta alcuni anni fa, al prezzo tutt'altro che ragionevole di 8 milioni di euro. Naturalmente nessuno si è mai presentato per comprarlo. Tanto più che di milioni di euro ne servirebbero almeno altrettanti per rimetterlo in sesto. Ha riaperto il dibattito nei giorni scorsi il consigliere comunale Filippo Bellanca, che ha invitato il sindaco ad aprire un'interlocuzione con l'Asp e con la Regione per provare a trovare una soluzione. L'idea da privilegiare, secondo Bellanca, sarebbe quella di demolire l'immobile per ricavarci posti auto. La questione rileva sotto diversi profili, dalla necessità in ogni caso di rendere l'ingresso est nel territorio comunale di Sciacca un po' più decoroso di quanto al momento non sia, agli interventi di messa in sicurezza che comunque vanno fatti. Il palazzo ha più di un secolo di vita, ma la parte retrostante, quella che ospitò i servizi ambulatoriali, è di più recente edificazione. Nella prospettiva si potrebbe pensare di mantenere questa parte ed eliminare tutto il resto. Qualsiasi possa essere la soluzione, il problema deve rimanere in ogni caso alla luce del sole, perché non è civile che questo scorcio di città debba continuare ancora a lungo a rimanere deturpato da questo immobile. Che ha una storia perfino gloriosa per la funzione che ha svolto, ma che adesso si è trasformato in un rudere che calpesta perfino la sua stessa storia.