un nuovo incontro per parlare delle Terme di Sciacca. Stando a quanto si apprende da indiscrezioni l'argomento del confronto stavolta riguarderebbe esclusivamente la possibilità che le grotte di San Calogero, dopo che nelle settimane scorse il commissario liquidatore Carlo Turriciano ne aveva ottenuto la restituzione delle chiavi, possano nuovamente essere affidate in concessione al Museo diffuso dei 5 Sensi, che per tre anni ne ha garantito la valorizzazione attraverso apertura al pubblico e visite guidate. Vicenda che, com'è noto, fu anche argomento di un dibattito nel corso di una delle ultime sedute del consiglio comunale, con la richiesta avanzata dall'assise nella sua interezza a Fabio Termine di chiedere nuovamente alla Regione Siciliana la ripetizione dell'esperimento a suo tempo iniziato da Nello Musumeci, che come si ricorderà consegnò le grotte all'allora presidente del Museo dei 5 Sensi Viviana Rizzuto. Esperimento riuscito, perché in tre anni ha riportato a San Calogero almeno ventimila visitatori, nell'ambito di ciò che si sarebbe rivelato un autentico fabbisogno di conoscenza e di coltivazione della memoria e della storia cittadina. Poi la sospensione del progetto, cosa che, come più volte ha precisato l'attuale presidente dei 5 Sensi Tony Russo, si sapeva che prima o poi sarebbe successa.
Attorno alla questione in ogni caso ballerebbero questioni tuttora in sospeso, a partire dalle risultanze di alcune ricerche condotte a livello speleologico all'interno delle grotte e anche di studi scientifici, questi ultimi effettuati in collaborazione con l'Università di Palermo. Bisognerà capire evidentemente se sussistano tutte le condizioni, comprese quelle di sicurezza, per potere nuovamente affidare le stufe alla città di Sciacca e ad una gestione, quella del Museo dei 5 Sensi, che è stata fatta su base volontaria, con un meccanismo che ha generato anche amore per la storia cittadina e l'importanza delle stufe dal punto di vista terapeutico. La fase in cui Musumeci consegnò le stufe al museo è ben lontana (per fortuna) da quella attuale, dove invece la speranza di un recupero del patrimonio termale di Sciacca si è riaccesa, ancorché al momento le grotte di San Calogero, per ragioni varie, tra cui quelle di accatastamenti catastali, rimarranno fuori dal patrimonio termale che la Regione conta di affidare all'interno del nuovo imminente avviso pubblico, che nelle scorse ore è stato argomento di nuovo annuncio.
In attesa di sapere se le grotte potranno tornare o meno ad essere visitabili, cresce l'attesa attorno ai contenuti del bando regionale che intende attrarre 94 milioni di euro di capitali privati (da affiancare ai 90 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione) per la ristrutturazione del patrimonio termale di Sciacca ed Acireale. Un argomento questo su cui il presidente della Regione Renato Schifani ha impresso un'accelerazione indiscutibile, incaricando la responabile del suo staff, l'ex senatrice Simona Vicari, di occuparsene personalmente, a nome suo. Un'accelerazione che si è potuta oggettivamente registrare quando il governatore ha deciso di avocare a sé la questione, prima spalmata su almeno tre assessorati (Economia, Acque e marginalmente Turismo), e che ha visto l'ex presidente del Senato esporsi più di una volta pubblicamente garantendo una imminente soluzione, all'interno di un percorso nel quale il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti sarà decisivo.
Un presidente della Regione che, dunque, ci sta mettendo la faccia. E i passi avanti compiuti, almeno fino a questo momento, sono indiscutibili e riconosciuti da tutti, compresi quelli che non fanno parte dello schieramento politico di Schifani. Continuiamo volentieri a sperare bene.