dei comuni agrigentini di Burgio, Lucca Sicula e Villafranca. E' l'Asp di Agrigento ad intervenire oggi a seguito della chiusura delle guardie mediche in alcuni comuni dell'entroterra agrigentino a causa della mancanza di medici. Chiusura già avvenuta domenica scorsa nel comune di Burgio. “Siamo costantemente impegnati nel reclutamento di nuovi medici per le guardie mediche per cercare di appianare le criticità - dichiara il direttore sanitario dell’Asp, Raffaele Elia - ma, nelle more che i ripetuti tentativi di assumere nuovo personale siano fruttuosi, occorre razionalizzare le risorse disponibili. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Burgio per interfacciarsi con gli altri due sindaci dei comuni interessati e intendiamo recepire le loro indicazioni per le scelte consequenziali. Le soluzioni possibili, in questa fase contingente ed in attesa di maggiori risorse umane, prosegue la nota dell'Asp, riguardano la scelta di individuare un solo presidio che serva i tre comuni vicini secondo le indicazioni che potranno venire dai sindaci. In alternativa, il presidio di continuità assistenziale potrà spostarsi da un comune all’altro al termine di un concordato periodo di tempo. Il fatto che queste difficoltà - conclude Elia - si riscontrino anche in altre province della Sicilia non ci solleva ma anzi ci spinge a cercare soluzioni con maggiore incisività”. Fin qui le precisazioni dell'Asp. Ma nel frattempo la protesta si allarga. Dopo i sindaci di Burgio Enzo Galifi e di Lucca Sicula Salvatore Dazzo, nelle ultime ore sempre a Burgio è intervenuto anche il vicesindaco Katia Mnaiscalco con un appello alle istituzioni regionali a non calpestare la dignità e la sicurezza dei cittadini. A Burgio, dichiara il vicesindaco, la situazione sanitaria è ormai insostenibile. Oltre alla guardia medica, non abbiamo nemmeno un'ambulanza o un presidio del 118, e la stessa guardia medica, quando è stata operativa, era priva di strumenti ed attrezzature per la diagnosi di primo soccorso, rendendo difficile garantire una risposta tempestiva ed efficace in caso di emergenze. Tutto quello che sta succedendo, ha concluso Katia Maniscalco, ci fa sentire come cittadini di serie D, come se la nostra vita avesse meno valore rispetto a quella degli abitanti delle città più grandi e meglio servite.