dopo la prima richiesta di studi integrativi, tempestivamente prodotti dal Libero Consorzio di Agrigento, ci si aspettava un parere positivo dall’ENAC e dallo stesso Ministero per l’inserimento dello scalo agrigentino nel Piano Nazionale degli Aeroporti e non una ulteriore richiesta di documentazione. Un piccolo passo in avanti ma non quello che ci aspettavamo, commenta l’ordine degli architetti della provincia di Agrigento che da un lato esprime soddisfazione per la parte della nota in cui il ministero delle Infrastrutture ha finalmente ammesso l’idoneità dell’area della Piana di Licata già individuata nei documenti redatti dal Libero Consorzio e, dall’altro, manifesta le proprie perplessità per la gran mole di documenti e nuovi dettagliati studi integrativi, richiesti dallo stesso Ministero in questa fase. Tutto ciò ritarderà l’avvio di un cronoprogramma concreto per la realizzazione di un’infrastruttura che viene ritenuta fondamentale per il rilancio socio-economico del territorio. Secondo l’ordine degli architetti presieduto da Rino La Mendola, alla luce degli studi integrativi richiesti sull’impatto dell’infrastruttura sugli altri aeroporti siciliani, appare sempre più opportuno concentrare dal punto di vista amministrativo, le attività aeroportuali della Sicilia in due poli, come auspicato dallo stesso Piano nazionale degli aeroporti. In tal modo lo scalo agrigentino, così come quello di Birgi, potrebbe alimentare il polo occidentale dell’Isola che, dal punto di vista amministrativo, farebbe capo a Punta Raisi. Analogamente, lo scalo di Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale, facente capo a Fontanarossa. Questa soluzione supererebbe eventuali concorrenze territoriali, consentendo peraltro una notevole riduzione dei costi di gestione e una più attenta e organica pianificazione dei voli in relazione alle esigenze del territorio siciliano».