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05
Marzo

Si torna a parlare di una nuova provincia con Sciacca eventuale capoluogo

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Pubblicato in Attualità

Trent'anni dopo il primo tentativo, poi fallito, di istituire quella che sarebbe stata eventualmente denominata "Provincia Selinuntina", 

Maurizio Blò e Raimondo Brucculeri ripropongono la necessità di fondare un nuovo ente sovracomunale, che distacchi Sciacca da Agrigento, considerata da qualcuno una convivenza più o meno antropologicamente forzata, per ragioni diverse. Sostengono, i due consiglieri comunali, che l'avanzamento di una candidatura di Sciacca come capoluogo di una nuova provincia avrebbe grande rilevanza e rappresenterebbe un'oppportunità storica. 

Nel 1994 o giù di lì a Sciacca esistevano ancora diversi uffici pubblici, che avevano permesso alla città di oltrepassare ampiamente la soglia dei 40 mila abitanti. Ma la tendenza sarebbe stata drammatica, con una serie di chiusure e di accentramenti nel capoluogo di provincia che hanno abbassato inevitabilmente l'appeal della città, sempre costretta a lottare con le unghie e con i denti per potere continuare a mantenere quel poco che le rimaneva, dagli uffici giudiziari all'agenzia delle entrate, tanto per fare solo degli esempi.

Elencano, i due promotori dell'iniziativa, una serie di elementi che giustificherebbero la proposta di creare una nuova provincia: dall'omogeneità storica, economica e culturale del territorio (l'area geografica di riferimento potrebbe partire da quella dei comuni tuttora ricadenti nella giurisdizione del tribunale), alla necessità che questo versante si distacchi da una gestione considerata ancora eccessivamente agrigentocentrica.

E ancora: vantaggi socioeconomici (la prospettiva è quella della vocazione termale) che scaturiscono dalla valorizzazione del turismo e di un potenziale economico che potrebbe essere ulteriormente sviluppato - questo è quello che sostengono i due consiglieri comunali saccensi - attraverso una gestione provinciale più vicina alle esigenze del territorio. Inoltre - aggiungono - l'istituzione di una nuova provincia favorirebbe una migliore allocazione delle risorse, una pianificazione territoriale più efficace e un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nei processi decisionali.

I punti centrali sarebbero improntati su Sviluppo infrastrutturale e occupazionale, Identità e coesione sociale e Analisi socio economica. Insomma: una gestione autonoma permetterebbe secondo Blàò e Brucculeri di valorizzare tutte le risorse di questo territorio. Citano anche la legge che si potrebbe sfruttare, i due consiglieri, ovverosia la norma Delrio, anche se si sa che la Sicilia, con Crocetta, provvide ad una abolizione delle province (ma gli enti avrebbero solo cambiato nome in Liberi consorzi) e in un dibattito nel quale adesso le province dovrebbero essere perfino ripristinate. C'è la consapevolezza, nei due promotori della proposta, che il percorso eventualmente da seguire sarebbe lungo e difficile. Ma qualcuno c'è riuscito a centrarlo, e il riferimento più recente è all'istituzione della provincia di Monza Brianza, arrivata nel 2004 dopo un iter durato anni.

Considerazioni possibili sul tema ce ne sono diverse. Inutile negare che l'attuale configurazione del territorio provinciale (ricordiamo che le province sono state abolite, non certo i loro confini) è vasta soprattutto in lunghezza, da Sambuca di Sicilia a Licata, con vie di comunicazione tutt'altro che esemplari. La questione rileva sotto diversi punti di vista, compreso quello del valore del Campanile. E tuttavia una nuova provincia potrebbe disegnare perfettamente nuovi confini, tra Castelvetrano e l'hinterland riberese, dando vita ad una sfida interessante sotto diversi aspetti, anche di rilancio economico, malgrado in un certo senso i tentativi fatti in passato a partire dalla creazione di organismi sovracomunali come i distretti turistici, non sono riusciti a conseguire quei risultati che sarebbe stato possibile raggiungere.

Oggi è possibile ripartire da un'idea meno agrigentocentrica sicuramente, impegnando di più i comuni nei distretti turistici, o per parlare di un altro esempio sicuramente virtuoso come i Flag, la strada maestra per parlare di territori omogenei in grado di essere competitivi e in grado di produrre ricchezza. La strada è lunga, il progetto di una nuova provincia, con eventuale capoluogo la città di Sciacca, è un percorso che è possibile provare a ripercorrere. Senza illusioni, s'intende, ma con consapevolezza, quella sì. Nel frattempo è bene valorizzare ciò che esiste già. Ma Blò e Brucculeri nel frattempo, a poco tempo da quelle elezioni di secondo grado che torneranno ad istituire le governance delle province siciliane, hanno sicuramente riacceso i riflettori su un dibattito che affonda le radici ad un passato non molto lontano.

Letto 444 volte Ultima modifica il Mercoledì, 05 Marzo 2025 12:21

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