L'unica certezza è che gli attuali responsabili di Asp e ospedali sono da ritenere decaduti. Lo ha sancito la Corte Costituzionale arricchendo di un ulteriore capitolo la vicenda dei manager della sanità in Sicilia che si trascina da qualche anno e che aveva portato la giunta Crocetta, poco prima delle elezioni regionali, a prorogare tutti gli incarichi. Non solo. La nuova giunta Musumeci aveva provato a procedere alla nuove nomine, ma si era dovuta arrendere di fronte alla legge regionale del marzo 2017 che vietava tutto ciò in attesa di completare l'iter dell'albo nazionale dei manager sanitari dai quali poter attingere per le designazioni. Adesso la Corte Costituzionale ha sancito che sia la proroga, sia il divieto previsto dalla legge regionale è da ritenere illegittimo. E se per questo secondo caso il problema non si pone non esserndo stati nominati nuovi direttori generali, la giunta Musumeci si trova ad affrontare, invece, il caso dei commissario alla guida di diverse Asp e aziende ospedaliere, fatte salve poche eccezioni tra le quali le aziende di Caltanissetta ed Enna. E' da ritenere illegittima, per quel che ci riguarda da vicino, la proroga a commissario dell'ASP di Agrigento di Gervasio Venuti e, alla luce dei recenti provvedimenti da lui assunti in favore della sanità saccense, c'è il timore che le varie iniziative che riguardano l'ospedale di Sciacca possano rimanere in stand-by. Una decisione andrà assunta e al più presto. Il governo regionale da dato mandato all'assessore alla salute Ruggero Razza di assumere ogni determinazione necessaria a superare la questione , sottolineando al contempo che le sentenze della Corte Costituzionale producono i loro effetti dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. C'è qualche giorno di tempo, insomma, per decidere il da farsi.