I vescovi delle diciotto diocesi siciliane accettano ufficialmente di offrire la comunione anche a chi ha troncato con un precedente matrimonio per intraprenderne un altro; fondamentale, però, che alla base del, per così dire “permesso”, il divorziato intraprenda un "percorso profondo di accoglienza, cura e discernimento personale e pastorale". Non varrà, quindi, per tutti, ma solo per chi sceglierà, assieme alle proprie guide spirituali, di intraprendere un percorso specifico. A conclusione dell'ultima Conferenza episcopale siciliana è stato pubblicato un documento, “La via della Chiesa siciliana all'Amoris Laetitia”, in cui i vescovi mettono nero su bianco le indicazioni pastorali su come accompagnare, discernere e integrare i fedeli. Il testo affronta una questione particolarmente complessa e vuole "aiutare i presbiteri e gli operatori pastorali nel prendersi cura dei fratelli e delle sorelle che desiderano percorrere un cammino di grazia e di verità". La decisione di Papa Francesco scaturisce dal concetto che “Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è logica del Vangelo!". Certo, bisogna passare al vaglio ogni situazione. "Non possiamo attenderci norme uniche per ogni situazione – continua Papa Francesco - ma sarà necessario un discernimento lungo il tempo tra le diverse situazioni, che non chiuda a priori o per decreto la possibilità della comunione ecclesiale ad alcuno, tenendo conto di diversi livelli di complementarità: tra discernimento personale e pastorale”. "L'Eucaristia – tiene a sottolinare il Papa - sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli". Starà, quindi, adesso ai presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento, secondo l'insegnamento della Chiesa e degli orientamenti sia del papa sia dei vescovi.