Doccia fredda per i comuni siciliani che speravano di ampliare o aumentare i centri di compostaggio. Il famoso bando da 16 milioni di euro della Regione ha prodotto la bocciatura del 95% della proposte. Niente da fare, dunque, non solo per il comune di Sciacca, ma anche per Menfi e Sambuca di Sicilia solo per citare i comuni della zona che avevano partecipato al bando e che sono stati esclusi per un vizio procedurale.
Il Comune di Sciacca aveva presentato progetti per l’ampliamento del centro di raccolta comunale della Perriera e la collocazione di attrezzature per il compostaggio locale della frazione umida dei rifiuti solidi urbani . Due compostiere da destinare alla contrada Sovareto e una alla Perriera per poter intercettare circa 300 tonnellate all’anno da sottrarre, dunque, al quantitativo che va a finire al centro di compostaggio di Santa Maria, spesso saturo. Nulla da fare nonostante le energie profuse dagli uffici per la presentazione dei progetti.
La vicenda ha generato scalpore considerato che il 95 % dei progetti presentati è stato bocciato in una regione dove sono insufficienti propri gli impianti di smaltimento dell’umido . La possibilità di incentivare il compostaggio domestico, di prossimità o di comunità non rappresentava la panacea di tutti i mali, ma dava un contributo significativo alla riduzione della frazione umida dei rifiuti da conferire nei pochi centri di raccolta presenti nel territorio. Insomma, la Regione avrebbe potuto agire diversamente supportando l’istruttoria e invitando i comuni che aveveno presentato i progetti ad apportare le necessarie correzioni, considerato che si tratta di errori procedurali, anziché bocciarli senza appello.
L’avviso non prevedeva soccorso istruttorio, ha commentato l’assessore regionale Pierobon, aggiungendo che se le istanze contenevano errori è giusto che gli uffici le abbiano rilevate. L’assessore regionale all’energia dichiara però che non è il caso di allarmismo, perché il dipartimento riaprirà i termini.
E’ il caso, evidendemente, se si tiene conto che proprio la Regione ha imposto una soglia minima, del 65% di raccolta differenziata nei comuni. Soglia abbondantemente superata da Sciacca, con oltre il 70% e con un picco massimo dell’89% di Calamonaci, come dimostrato dal report diffuso giusto ieri da Legambiente. Il paradosso che da mesi evidenziamo è che con l’aumento della differenziata è aumentata soprattutto la frazione umida dei rifiuti e l’unico impianto della zona, il centro di contrada Santa Maria a Sciacca, arriva costantemente alla saturazione.