per evitare che, come accaduto finora, buona parte delle gare d’appalto venga aggiudicata con insopportabile lentezza.
Sono i due punti cruciali su cui, sencondo l’ Ance – Associazione Nazionale Costruzioni Edili – occorre puntare per far risorgere il settore dell’Edilizia in Sicilia.
Il presidente nazionale dell’Ance, Gabriele Buia, affronterà l’argomento domani alla sede Palermitana dell’associazione, durante un incontro a cui è previsto prendano parte il governatore Nello Musumeci e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone.
Il problema principale, com’è noto, sono infatti gli iter burocratici infiniti che rallentano o bloccano le aggiudicazioni delle gare d’appalto.
E’ pur vero che in Sicilia nel 2019 ci sono state più gare che in passato: le aggiudicazioni fra il 2018 e il 2019 sono salite dal 38 al 52,51% e che gli Urega hanno quadruplicato le loro performance aggiudicando il 70% degli incanti; ma, in generale, restano sempre troppo poche le gare che arrivano a conclusione in tempi accettabili.
Il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone aggiunge che ci sono 5 miliardi stanziati per opere cantierabili censite da Ance Sicilia e che da anni non vengono appaltate.
Cutrone lancia l’allarme anche alla luce dei recenti annunci del governo nazionale relativi alle infrastrutture del “Piano per il Sud 2030” e alle opere che saranno sbloccate dai provvedimenti economici per fronteggiare l’emergenza coronavirus: “Spero che una maggiore qualificazione e competenza delle stazioni appaltanti – conclude il presidente di Ance Sicilia - e un controllo dei loro risultati, come quello attuato dal governo regionale sugli Urega, possano contribuire a migliorare l’attuale stato dell’edilizia siciliana”.