(Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cianciana, Cammarata, Menfi, Santa Margherita di Belice e Santo Stefano Quisquina) che avevano chiesto di potere gestire direttamente (e non attraverso una società consortile) le risorse idriche dei propri territori. È stato loro riconosciuto il diritto previsto dall'articolo 147 del Codice dell'ambiente, che prevede l'attribuzione della gestione diretta a quei comuni in possesso di fonti qualitativamente pregiate, sorgenti ricadenti in parchi naturali o aree protette ovvero in siti individuati come beni paesaggistici. I predetti comuni sono tra quelli che si sono sempre opposti alla cessione dei rispettivi impianti idrici alla "Girgenti Acque", la società che 13 anni fa si era aggiudicata l'appalto per la gestione dell'acqua in provincia di Agrigento e che, nel novembre del 2018, è stata destinataria di una interdittiva antimafia firmata dal prefetto Dario Caputo. Otto istanze accolte, altrettante respinte. Cosa dobbiamo aspettarci? Lo abbiamo chiesto a Franco Zammuto, portavoce di Intercopa, il quale invita a guardare alla prospettiva dell'acqua come bene non inesauribile.