a curare e a salvare la vita sia ai malati Covid che a quelli no Covid". È così che Carmelo Pace commenta la disposizione firmata nelle scorse ore da Alberto Firenze di rendere operativo il complesso operatorio dell'ospedale "Fratelli Parlapiano" per eventuali pazienti affetti da Coronavirus ricoverati a Sciacca che avessero bisogno di venire sottoposti a intervento chirurgico. L'obiettivo dichiarato dal commissario ad acta è quello di evitare "ogni qualsivoglia commistione tra pazienti Covid e No Covid". Firenze si riferisce al fatto che, al momento, la Rianimazione al "Giovanni Paolo II" ha in cura pazienti non contagiati da Coronavirus. "Se le autorità sanitarie hanno fatto questa scelta avranno le loro motivazioni". È così che il sindaco di Ribera, probabilmente, tende a differenziarsi rispetto alla sua collega di Sciacca, che invece sta contestando e in maniera piuttosto dura, al punto da invocare un'ispezione al ministero della Salute, le recenti disposizioni del commissario ad acta per la direzione medica degli ospedali di Sciacca e Ribera. "La politica - dice Pace - ha il dovere di vigilare, accelerare e accompagnare le scelte che vanno nella direzione del rispetto delle fondamenta scientifiche". Dichiarazione da cui, pare di capire, Carmelo Pace ostenti saggezza, anche se poi perfino lui si vede costretto a lamentarsi del fatto che Firenze decida - scrive testualmente - "senza nemmeno preventivamente sentire le autorità locali". Firenze ha fatto sapere che nel complesso operatorio di Ribera è possibile dedicare posto tecnico di rianimazione, e di stare provvedendo alla definizione di un apposito team medico e infermieristico, in accordo con i primari delle unità operative chirurgiche, per gestire il tutto. Un passaggio fondamentale, quest'ultimo, posto che si sa fin troppo bene che la disponibilità di unità sufficienti di operatori sanitari è uno dei talloni d'Achille della sanità siciliana, compreso naturalmente questo comprensorio. Una progettualità in itinere, di difficile soluzione, e non vorremmo essere nei panni del professore Firenze, a cui in buona sostanza l'assessore Razza, che lo ha nominato, sta chiedendo autentici miracoli. Diciamolo pure: per fortuna che la diffusione del coronavirus dalle nostre parti sia stato e continui ad essere tuttora un'emergenza ancora gestibile.