Sono stati consegnati altri otto ventilatori polmonari all’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento. A dare la notizia il direttore generale Alessandro Mazzara e quello sanitario Gaetano Mancuso. Il nuovo quantitativo si aggiunge al blocco di cinque recentemente consegnato, e permetterà di approntare ulteriori postazioni necessarie ai trattamenti di terapia intensiva per eventuali pazienti affetti da Coronavirus Covid-19 che dovessero presentarne necessità. Le nuove apparecchiature saranno suddivise in egual misura fra i presìdi ospedalieri di Agrigento e Sciacca (quindi quattro a testa) e, una volta installati e collaudati, offriranno un potenziamento delle azioni già in atto per fronteggiare l’emergenza epidemiologica. Il direttore generale dell'Asp Alessandro Mazzara, ed il direttore sanitario Gaetano Mancuso, si dicono "certi che questo ulteriore traguardo raggiunto rivesta un’importanza strategica, ampliando ancor di più le potenzialità di cura in provincia".
Un passo alla volta, dunque, e con i tempi "siciilani", è sicuramente una buona notizia la dotazione di apparecchiature fondamentali negli ospedali scelti per essere in prima linea nella necessità di fornire risposte efficaci nell'ambito della lotta contro il Coronavirus. Questo permette di guardare sicuramente con maggiore fiducia alla dotazione iniziale di 10 posti letto di terapia intensiva (in una successiva fase diventeranno 16) negli ospedali "Giovanni Paolo II di Sciacca" e "San Giovanni di Dio" di Agrigento. Ospedale di Sciacca dove, peraltro, di ventilatori polmonari ne sono attesi altri 5, tutti scaturiti da apposite donazioni: 3 da parte dell'associazione "Orazio Capurro Amore per la Vita", uno da parte del Movimento 5 Stelle e uno dall'industria ittico conserviera "Scalia" di Sciacca. Un secondo ventilatore polmonare è stato donato dal Movimento 5 Stelle al "San Giovanni di Dio" di Agrigento. Una situazione che dovrebbe garantire sulla possibilità di fare fronte alle emergenze, quelle che hanno visto l'assessore regionale alla Salute Razza stabilire che all'ospedale di Sciacca dovranno essere operativi 10 posti di terapia intensiva, 6 ad Agrigento, 5 a Licata (di cui due di terapia subintensiva) e 3 a Canicattì.
Oggi intanto giornata di tregua nello scontro in atto tra il sindaco Francesca Valenti e il commissario ad acta per la direzione medica dell'ospedale di Sciacca Alberto Firenze, dopo la decisione del sindaco di chiedere al ministro della Salute Roberto Speranza di inviare gli ispettori al "Giovanni Paolo II", ritenendo che qui non siano state osservate le disposizioni sulla necessità di non creare ospedali misti. Vicenda da cui è scaturita la dura reazione del professore Firenze, che ha provocatoriamente dichiarato di non vedere l'ora che i commissari arrivino, riferendosi evidentemente alla possibilità che si rendano conto del lavoro svolto di separazione dei percorsi e di messa in sicurezza dell'ospedale, pur ammettendo che le perplessità del ministro sono corrette ma che, nella fase in cui ci trovavamo, non si poteva provvedere in maniera diversa. Ieri poi la decisione di organizzare la sala operatoria di Ribera per gli interventi chirurgici di cui dovessero avere necessità i pazienti affetti da Covid 19. E a proposito di percezione non del tutto positiva dell'ospedale, è corretto ricordare che al momento non vi sono pazienti ne operatori contagiati, e che adesso sono disponibili due aree di emergenza separate, una riservata ai casi sospetti di Coronavirus e perfettamente attrezzata, e l’altra area per tutte le altre rimanenti (e sono tante) esigenze di pronto soccorso. Inoltre in ospedale i percorsi per accedere ai reparti (da Emodinamica e Cardiologia al Punto nascita) sono perfettamente separati dal resto.
E nel frattempo la direttrice del reparto di Ginecologia e riabilitazione del "San Giovanni di Dio" Maria Rita Falco Abramo ha precisato oggi che l'unità operativa dispone di percorsi ed aree separate fra pazienti Covid e pazienti non Covid al fine di garantire la piena sicurezza l’assistenza sanitaria, con la realizzazione di una zona diagnostica, parto e sala operatoria totalmente dedicata. Sulla situazione ad Agrigento abbiamo chiesto un commento al sindaco Lillo Firetto.