quando c'era il "Fratelli Parlapiano"? È questo, in estrema sintesi, l'interrogativo che si pone Nené Mangiacavallo, ex sottosegretario alla Sanità ed ex sindaco di Ribera. Il quale dichiara di "non comprendere quale logica, sanitaria, logistica, economica ed umana, abbia indotto ad assumere la decisione di bypassare l’ospedale di Ribera, che è ancora parte integrante del dipartimento ospedaliero Sciacca-Ribera, e preferire una struttura esterna, che dista da Sciacca 80 Km".
Mangiacavallo sottolinea poi che l’ospedale di Ribera è dotato di un servizio di Radiologia perfettamente funzionante e dotato di idonea strumentazione e di un laboratorio di analisi che può rispondere pienamente alle esigenze diagnostiche che possono presentarsi. L'ex sottosegretario considera "comprensibile che i pazienti non ricoverabili presso l’ospedale di Agrigento vengano trasferiti alla clinica Sant’Anna, anche perché è ad un passo dal San Giovanni di Dio, mentre non è affatto giustificabile la scelta della dirigenza saccense di trasferire i pazienti da Sciacca alla clinica privata di Agrigento".
Non può considerarsi la stesa cosa, per i familiari di un paziente, doversi eventualmente spostare (da Sciacca, Sambuca o Montevago) verso Ribera o arrivare fino ad Agrigento. Mangiacavallo, che critica anche l'utilizzo delle sale operatorie di Ribera per interventi su pazienti positivi al Coronavirus, chiede al sindaco di intervenire immediatamente. "Avere ignorato l’ospedale di Ribera a favore di una struttura privata di Agrigento, se non una manifestazione di mancanza di fiducia, rappresenta un precedente significativo per eventuali scelte aziendali che potrebbero ulteriormente penalizzare il nosocomio riberese".