Si dice "sconcertato dalle polemiche sull’ospedale di Sciacca" l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Lo fa in una dichiarazione in cui precisa che il "Giovanni Paolo II è oggetto di investimenti e attenzioni come non mai, da quando è in carica il governo Musumeci". Considera "molto grave - Razza - che vengano riferite notizie scientificamente infondate, che rischiano di mettere in allarme la popolazione e non è più tollerabile l’istigazione continua dell’opinione pubblica soprattutto da parte di chi riveste ruoli istituzionali". Sembra fin troppo chiaro il dito puntato contro i sindaci del territorio. Razza poi aggiunge di avere scelto di nominare Alberto Firenze come commissario ad acta per le sue capacità di risk manager apprezzato e competente, che ha studiato e definito personalmente tutti i percorsi". Quella adottata da Firenze, stando a quanto riferisce l'assessore Razza, è una prassi attuata anche nei principali ospedali italiani, dove si opera in altissima complessità. "È - sostiene Razza - la rigidità delle procedure e dei comportamenti a fare la differenza, questo dovrebbe essere noto a tutti proprio a Sciacca, dove si è registrato il primo focolaio ospedaliero (che tecnicamente si chiama "cluster nosocomiale") non per la presenza di un’area Covid, ma per comportamenti poco ortodossi e fuori dalle linee guida". L'ospedale di Sciacca - osserva Razza - è la stessa struttura destinataria di importanti interventi strutturali e del potenziamento della terapia intensiva che questa polemica pretestuosa rischia di privare. Occorre, invece, continuare a lavorare in sicurezza e rendere un servizio pubblico degno ai cittadini che è l’obiettivo affidato al servizio sanitario agrigentino».