"È una gestione, quella attuale presso l'ospedale di Sciacca, del tutto irrazionale". È quanto viene sostenuto oggi in una nota, nella quale c'è anche la firma dell'ex parlamentare Giuseppe Marinello, e che contiene un lungo elenco di quesiti che la parte politica che fa riferimento a lui (con i consiglieri comunali Calogero Bono e Giuseppe Milioti), ha deciso di formulare in maniera pubblica. Temono, i tre esponenti politici, che l'emergenza coronavirus alla fine si traduca in un definitivo depotenziamento del "Giovanni Paolo II", con una contrazione di reparti e con una riorganizzazione dei servizi sanitari che rischiano di mortificare il territorio, incrementando quello che viene definito "il turismo sanitario verso altre province o regioni", con gravi disagi per la popolazione.
Parlano, così, Marinello, Bono e Milioti, di "dubbi e inquietudini dei saccensi" che sono da loro condivisi. E si domandano secondo quale logica si sia deciso di trasferire gli eventuali pazienti "No Covid" di area internistica alla Clinica Sant’Anna di Agrigento senza valutare la possibilità di ricovero negli ospedali di Sciacca o Ribera. La sfilza di domande nel documento è articolata, con i singoli quesiti che contengono anche la posizione critica del gruppo politico di Giuseppe Marinello circa le scelte ordinate da Ruggero Razza e firmate dal commissario ad acta Alberto Firenze.
E così Bono, Milioti e l'ex senatore Marinello chiedono di sapere perché al "Giovanni Paolo II" sia stato completamente smantellato il reparto di Chirurgia, trasformato in "Area Covid", spostando i posti letto destinati ai pazienti chirurgici al 4° piano, presso il reparto di Ortopedia, e comunque con la sospensione dell’attività chirurgica di routine. Lamentano, inoltre, la sospensione dell'attività chirurgica del reparto di oculistica, chiedono di sapere quanto durerà l'allocazione del reparto di Rianimazione per i pazienti "No Covid" all'interno delle sale operatorie (la cui disponibilità è stata ridotta da 6 unità a 2), e chiedono di sapere anche se nei lavori al 2° piano si sia tenuto conto delle esigenze del personale, compresa la realizzazione di servizi igienici dedicati.
E ancora: Marinello, Bono e Milioti vogliono chiarimenti sulla destinazione all’ospedale di Ribera per gli interventi chirurgici dei pazienti Covid, con la conseguente realizzazione, presso lo stesso nosocomio, di 4 posti di Rianimazione. Pongono, poi, il tema di un ospedale, quello di Sciacca che, pur essendo stato quasi completamente rivoluzionato, può ricoverare pazienti contagiati da coronavirus solo dopo l’esaurimento dei posti negli altri ospedali già utilizzati per la pandemia (tipo quello di Caltanissetta).
Si domandano ancora, i tre esponenti politici, se in caso di ricoveri a Sciacca di pazienti Covid, superata la fase della rianimazione, per il proseguimento delle terapie i malati verrebbero trasferiti altrove. In ogni caso, poiché ad oggi, per fortuna, pare non ci siano in ospedale pazienti Covid, dubitano sulla razionalità di una scelta di perseverare lungo il percorso già intrapreso. Chiedono di sapere, in buona sostanza, Marinello, Bono e Milioti, quando si tornerà alla normalità anche per una gestione ordinaria delle sale operatorie, e se sia stata prevista la nuova assunzione di personale da aggiungersi a quello tuttora al lavoro.
I tre rappresentanti politici vogliono infine leggere il verbale ufficiale della famosa videoconferenza, più volte rinfacciata dallo stesso Firenze al sindaco Valenti, nel corso della quale l'assessore Razza comunicò le decisioni che sarebbero state assunte. "L'emergenza non silenzierà le coscienze", dicono Marinello, Bono e Milioti. Ed è perfino scontato, da parte del gruppo Marinello, ricordare come, nel passato, l'ospedale di Sciacca sia stato un presidio in cui si attivavano servizi e reparti, puntando a livelli assistenziali sempre più alti. Situazione ben diversa rispetto questi ultimi anni in cui - sostengono - abbiamo assistito a continui ripiegamenti, con una gestione dell'emergenza Coronavirus per la quale viene definita "errata" la scelta di organizzare più reparti “COVID dedicati” rispetto l’opzione che, secondo Marinello, Bono e Milioti sarebbe stata più razionale, di concentrare tutto in unica struttura a servizio di tutta la Provincia, così come per altro suggerito in via generale dal Ministro Speranza.