di Santa Margherita risultato contagiato dal coronavirus ha dato esito negativo. Lo fa sapere oggi il commissario ad acta Alberto Firenze, che a proposito di quanto accaduto nei giorni scorsi, spiega che questo conferma come gli operatori sanitari dell’ospedale di Sciacca abbiano agito secondo i protocolli e nella maniera più consona possibile al rispetto delle indicazioni ministeriali e regionali”.
Chiarisce, poi, Firenze, che l’anziano di Santa Margherita era giunto nel presidio ospedaliero con una autoambulanza del 118 fa per una patologia intestinale, e che la TAC addominale (poi estesa al torace, da cui è emersa la presenza di una polmonite interstiziale) è stata eseguita dal radiologo di turno all'interno dello spazio della radiologia riservato ai pazienti Covid. Da lì il tampone, l'accertata positività e il trasferimento dell'anziano a Palermo.
Firenze critica apertamente quelle che in maniera generica definisce “istituzioni non sanitarie”, da lui definite carenti, accusate di non avere vigilato sulla giusta applicazione della quarantena, visto che l'anziano, per lo più fermo a letto, è ipotizzabile che sia venuto a contatto con il virus all'interno del proprio nucleo familiare. Sembra fin troppo evidente il riferimento del professore Firenze al comune di Santa Margherita.
E in ogni caso, nonostante fosse stato rispettato il corretto distanziamento tra i pazienti, e gli operatori sanitari fossero muniti dei dispositivi di protezione individuale previsti, l’ospedale di Sciacca ha disposto (per eccesso di zelo, sostiene Firenze) i tamponi rinofaringei e test diagnostici per i due soggetti che avevano condiviso la sala d’attesa con l’anziano e per un suo familiare: l’esito dei tre tamponi è stato negativo. Le pazienti erano una ragazza, anche lei di Santa Margherita, che aveva avuto un incidente stradale, e una donna di Sciacca che aveva avuto un incidente domestico.
Firenze polemizza con quella che definisce “quella parte della collettività troppo spesso attenta solo a provocare allarmismo ingiustificato”. Evidenzia così che al medico radiologo che ha sospettato che l'anziano fosse affetto da coronavirus, va riconosciuto di avere agito con tempismo e solerzia. Considera evidente, Alberto Firenze, che il caso di questo paziente asintomatico poi risultato positivo è emblematico. “Perché il rischio di contagio diventi nullo – osserva il Risk manager del Policlinico – è indispensabile il vaccino. Ma, in questa seconda fase di controllo dell’epidemia, per Firenze bisognerà arginare i rischi derivanti dalla enorme schiera di pazienti positivi asintomatici che ci circonda e che è la parte più difficile da tenere sotto controllo, proprio perché non richiamano l’attenzione dei sanitari. “La vera sfida, in questa nuova fase, sarà quindi quella di andare alla ricerca del virus, fuori dall’ospedale”. Per fare questo, conclude Firenze, serve l’applicazione di una strategia complessiva da parte dell’intero sistema sanitario regionale, anche attraverso le terapie a domicilio (le cosiddette Unità Speciali di Continuità Assistenziale) da parte della Medicina territoriale, quelle previste da un provvedimento assessoriale dello scorso 18 marzo. “Paradossalmente – conclude Firenze - proprio l’unità di Sciacca, presso il Pte di Menfi, ad oggi rimane l’unica a non avere ricevuto alcuna disponibilità di adesione da parte dei medici titolari o sostituti di continuità assistenziale, né tantomeno di medici abilitati e iscritti all’ordine di Agrigento. Agli amministratori Firenze chiede di prodigarsi perché si possano avere Usca a Sciacca e Ribera nel pieno dell’organico per fronteggiare una emergenza Covid-19 che è solo all’inizio di una nuova fase assistenziale, dove le insidie di un nemico invisibile come il Cov SARS -2 , rimangono immutate”.