famiglie mafiose agrigentine". Per questo motivo, sono stati confiscati i beni ad un 53enne, Antonino Grimaldi, già arrestato e coinvolto nell'operazione antimafia “Icaro”, già condannato in Appello nel filone ordinario del relativo processo. Nel dettaglio, gli sono stati confiscati terreni e un fabbricato. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta del procuratore del capoluogo siciliano, ha emesso, quindi, il provvedimento di confisca di quattro beni immobili: terreni e fabbricato situati nei Comuni di Cattolica Eraclea e Bivona. Si tratta di beni che erano stati – lo scorso 11 ottobre 2019 - già sottoposti a sequestro da personale della divisione Anticrimine Agrigento e delle Squadre Mobili di Agrigento e Palermo.
Antonino Grimaldi era stato arrestato il 26 maggio del 2016, in esecuzione di un'ordinanza di riesame dei provvedimenti cautelari, emessa dal tribunale di Palermo. Era stato indagato, soprattutto, per aver svolto funzioni di raccordo e collegamento tra Pietro Campo, appartenente alla famiglia mafiosa di Santa Margherita di Belice e vicecapo provinciale dietro Leo Sutera, ed altre famiglie mafiose del territorio agrigentino. Le indagini sono coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. I beni che, come detto, si trovano a Cattolica Eraclea e Bivona, sono un fabbricato adibito a magazzino di modeste dimensioni e tre terreni con estensione di circa dieci ettari, di cui uno seminativo e gli altri consistenti in un uliveto di circa 4.000 piante. Il valore di mercato approssimativo è stato stimato in 120.000 euro.
Come si ricorderà, con le maxi operazioni “Icaro”, a cui sono seguiti i vari processi, i magistrati sono certi di aver scompaginato i clan mafiosi della provincia di Agrigento che si stavano riorganizzando dopo i precedenti arresti, con oltre 30 indagati tutti per associazione mafiosa.