c'è anche Vito Bucceri. L'inchiesta antimafia denominata “Opuntia”, messa a segno nel 2018, aveva visto anche lui tra le 7 persone arrestate. Per gli inquirenti Bucceri, considerato capomafia di Menfi, sarebbe stato tra i responsabili del tentativo di riorganizzare la consorteria mafiosa ricadente nel comprensorio compreso tra Menfi, Sambuca e Santa Margherita. Bucceri il quale, dopo essere finito nella rete dell'indagine ha però deciso di passare dall'altra parte, pentendosi e rivelando alla DDA altre importanti notizie, non solo sugli assetti mafiosi nel Belice, ma anche su altre operazioni antimafia.
I relativi procedimenti giudiziari (tra “abbreviati” e “ordinari”) sono nel frattempo approdati in Corte d'Appello. Ed è delle scorse ore la sentenza di assoluzione pronunciata dai giudici nei confronti di tre degli imputati. Si tratta del medico menfitano Pellegrino Scirica, dei fratelli Cosimo e Giuseppe Alesi, e del saccense Domenico Friscia. Già in primo grado, al processo col rito abbreviato i tre erano stati assolti. In appello l'assoluzione è stata pronunciata sulla base del fatto che la stessa impugnazione della precedente sentenza era stata operata dopo che erano scaduti i termini previsti dalla legge. Accusati di associazione mafiosa, Scirica, i fratelli Alesi e Santangelo erano già stati assolti per non avere commesso il fatto.
Aveva destato scalpore la notizia diffusa dagli inquirenti all'indomani dell'operazione “Opuntia” secondo cui il dottore Scirica metteva a disposizione il suo studio medico per gli incontri che dovevano servire a pianificare affari e accordi finalizzati anche alla riorganizzazione della cosca mafiosa di Menfi colpita duramente gia’ nel 2008 con l’operazione “Scacco matto”. Un'accusa che, tuttavia, non resse al processo.
Un troncone giudiziario a parte riguarda invece gli altri quattro imputati. Ed è sempre in corte d'appello che vengono giudicati. Uno di loro è Vito Riggio, imputato di favoreggiamento (dopo che in primo grado il tribunale aveva derubricato l'accusa iniziale avanzata dalla procura della Repubblica di associazione mafiosa). In primo grado Riggio si era visto infliggere 2 anni e mezzo di reclusione. Sotto processo sono però anche Tommaso Gulotta e Matteo Mistretta, che nel primo processo erano stati condannati rispettivamente a 15 e 13 anni di carcere. Attende il giudizio d'appello, come detto, anche Vito Bucceri. In primo grado era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti per avere fornito collaborazione allo Stato.