. È stato qui che, al termine di un accertamento, hanno squestrato 9 kg di gambero rosso e 24 chili e 300 grammi di pesce spada congelato. Provvedimento assunto perché i prodotti ittici erano di dubbia provenienza, in quanto privi di etichettatura e quindi non rintracciabili. Filiera della pesca dunque interrotta, non consentendo, attraverso i necessari documenti che indicassero il luogo di pesca, l'identità dell'impresa che aveva effettuato la cattura e il lotto di riferimento, l'origine del pescato. Un provvedimento, quello notificato nelle scorse ore, che si inquadra nell'ambito dei controlli in corso da tempo presso i ristoranti di Sciacca e Menfi mirati a tutelare il consumatore ed evitare il consumo di prodotti ittici per i quali non è possibile accertare la tracciabilità. Al ristoratore sottoposto a verifica è stata anche elevata una sanzione. Controlli, quelli del personale del Circomare, che naturalmente riguardano anche le pescherie, chiamate a garantire trasparenza del prodotto in vendita in materia di corretta etichettatura. Esistono periodi specifici dell'anno in cui, peraltro, la rintracciabilità è fondamentale anche rispetto allo stesso problema del divieto di alcune specie ittiche. Dal primo gennaio al 31 marzo, infatti, solo per fare un esempio, la pesca del pesce spada nel Mediterraneo è vietata. Un periodo peraltro già sottoposto a modifica dalle autorità. Fino allo scorso anno era infatti compreso tra ottobre e novembre. Un sequestro, quello effettuato dall'Ufficio Circondariale Marittimo presso il ristorante menfitano, che giunge dopo poche settimane dall'intervento ben più corposo risalente allo scorso 20 settembre, quello che culminò con il sequestro di quasi 5 tonnellate di pesce avariato che stava per essere immesso sul mercato. In quel caso ad intervenire all'interno di uno stabilimento per lo stoccaggio e la lavorazione del pesce, completamente abusivo, fu la Guardia di finanza di Sciacca, che scoprì anche il ricorso alla manodopera di 5 lavoratori in nero. Toccò poi al personale del dipartimento di prevenzione veterinario di Agrigento riscontrare l'assenza delle necessarie autorizzazioni igienico-sanitarie e la violazione di ogni benché minima norma in materia di sicurezza alimentare. Il tema della sicurezza igienico-sanitaria del pesce è da qualche tempo sotto i riflettori, e ha indotto le imprese di pesca a migliorare questa parte della loro attività, come dimostrano i nuovi strumenti utili allo scopo potenziati recentemente anche grazie ad una delle misure inserite nel GAC “Il sole e l'azzurro tra Selinunte, Sciacca e Vigata”.