la procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di 23 persone. Si tratta dei riberesi Rosalia Bono, Antonino Caronia, Giuseppe Di Giorgi, Rosario Failla, Giuseppe Fallea, Luigi Porroni e Giangregory Volpe. E ancora: chiesto il processo anche per Antonino, Gaetano e Giuseppe Adelfio di Palermo. Palermitano anche Giovanni Mazzara. Chiesto il rinvio a giudizio anche per Salvatore Cannella di Villafranca Sicula, Vito Corrao di Burgio, Simone Garufo e Agostino Giocondo di Belmonte Mezzagno, Luigi Montana di Caltabellotta, Nejib Beh Kahala, tunisino residente a Ribera, Ecaterina Elena David e Daniela Raluca Frentescu, romene residenti a Ribera. Rinvio a giudizio chiesto anche per altri tre riberesi, Francesco Cavalcante, Giuseppe Triassi e Steve Giovinco, ma per fatti che non hanno a che fare con la droga. Cavalcante e Triassi sono accusati dfi detenzione illegale di una pistola calibro 22 ceduta a Rosario Failla per 400 euro, mentre Giovinco per la detenzione illegale di un fucile e delle relative munizioni offerto a Failla per 150 euro. Accusa di detenzione illegale di una pistola in concorso contestata anche a Failla, Cannella, Volpe e Corrao. Maria Lo Bianco, di Belmonte Mezzagno, dovrà rispondere infine di favoreggiamento, perché avrebbe aiutato Fallea ad eludere le indagini a suo carico. Sullo sfondo dell'indagine il presunto giro di droga, attraverso l'utilizzo di corrieri e intermediari, ma anche per mezzo dello spaccio vero e proprio, tra Burgio, Villafranca e Caltabellotta. Rispetto ad alcuni singoli episodi si sarebbe riusciti anche a risalire agli acquirenti della droga, nella fattispecie hashish e cocaina. Gli indagati palermitani avrebbero ceduto la droga ai riberesi Fallea e Failla. A coordinare l'indagine è il sostituto procuratore della repubblica Michele Marrone. Un'inchiesta iniziata prima di lui dal Pm Alessandro Moffa che, nel frattempo, ha lasciato gli uffici giudiziari di Sciacca. Sulla base della ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, il territorio di Ribera e il suo hinterland più prossimo si confermerebbero autentico epicentro della diffusione di droga, nell'ambito di un'autentica emergenza che da anni riguarda proprio quella porzione di territorio, da anni al centro dell'attenzione di forze dell'ordine ma anche famiglie, sempre più preoccupate per le cattive strade che, purtroppo, sono una delle opzioni possibili per i loro figli.