il marmista di 67 anni di Cattolica Eraclea il cui cadavere fu rinvenuto all'interno del suo laboratorio il 7 dicembre del 2015. I Carabinieri del comando provinciale, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, hanno arrestato questa mattina Gaetano Sciortino, 53 anni, operaio di Cattolica Eraclea. Un arresto che giunge a conclusione di due anni di indagini, effettuate dai Militari dell'Arma del comando provinciale coordinati dalla Procura della Repubblica. Ad incastrare l'operaio è stata una scarpa rinvenuta in una campagna dove l'uomo si era recato e che coincide perfettamente con l'impronta di scarpa trovata dai Carabinieri sul luogo del delitto. Il corpo di Miceli, la mattina del 7 dicembre di due anni fa, venne rinvenuto dal fratello del marmista all'interno dell'immobile dove la vittima svolgeva la sua attività lavorativa. Una scena raccapricciante, quella che si presentò agli occhi del fratello di Miceli: il cadavere dell'artigiano aveva il volto completamente tumefatto, con macchie di sangue sparse ovunque. Dai rilievi tecnici e dall'autopsia, emerse immediatamente che la morte dell'uomo era stata determinata da una brutale aggressione con corpi contundenti, utilizzati per colpirlo violentemente al volto, al capo e al torace. Oggetti rinvenuti e sequestrati dai Carabinieri sul luogo del delitto. Le successive indagini del comando provinciale dell'Arma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento, sviluppate mediante l'acquisizione di testimonianze di numerose persone che conoscevano la vittima e dei filmati di alcune telecamere esistenti nella zona, consentirono di accertare che Gaetano Sciortino, l'uomo arrestato questa mattina per omicidio, la mattina del 6 dicembre del 2015 aveva pedinato per diverse ore la vittima Giuseppe Miceli. L'esame approfondito dei filmati consentì di concentrare l'attenzione su una fiat punto di colore nero il cui conducente, oltre a pedinare il marmista, effettuava delle soste prolungate agli angoli delle strade da dove era possibile osservare i movimenti di Miceli. Le verifiche sulla targa dell'auto ed altri accertamenti hanno consentito di individuare Gaetano Sciortino quale conducente della Fiat Punto. La svolta nelle indagini è stato il rinvenimento, in un'area rurale di Cattolica Eraclea dove Sciortino si era recato, di una scarpa della stessa misura di quelle usate dall'uomo, e perfettamente corrispondente all'impronta di scarpa trovata dai Carabinieri all'interno del laboratorio della vittima. A rivelarlo sono stati gli accertamenti svolti dai Carabinieri del Ris di Messina. L'uomo si trova in carcere e per gli investigatori è stato lui ad uccidere il marmista di Cattolica Eraclea. Rimane da chiarire il movente del brutale omicidio.