un ex poliziotto, che, lo scorso 1 febbraio 2022, ha ucciso a colpi di arma da fuoco il figlio, Vincenzo, di 24 anni, a Raffadali, in piazza Progresso, in pieno centro storico. Il pubblico ministero Elenia Manno, in poche righe, sembra riassumere i contorni della tragica vicenda: “Non è stato un omicidio d'impeto – dice – ma ha premeditato il gesto andando, probabilmente, a prendere la pistola in caserma prima dell'appuntamento con il figlio. Tuttavia, al padre vanno riconosciute le attenuanti perché è stato il solo a cercare di aiutare il figlio nonostante da anni subisse violenze e sopraffazioni”. Una vicenda, dunque, dai contorni familiari piuttosto delicati posto che, a quanto pare, il giovane Vincenzo Rampello soffrisse di problemi psichiatrici, vivesse di espedienti e chiedesse continuamente soldi al genitore. Il padre, Gaetano, reo confesso, sin da subito ha ammesso le proprie responsabilità giustificandole con un corto circuito avuto dopo l'ennesima aggressione subita.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Gaetano Rampello ha scaricato 14 colpi di pistola al termine dell'appuntamento che si erano dati a Raffadali. Il ragazzo, in quella circostanza, avrebbe preteso ancora soldi e, stando al racconto dell'imputato, avrebbe strattonato e minacciato il padre. Il giovane, infatti, era stato denunciato più volte dal padre per estorsione e maltrattamenti. "Sul fatto che sia stato lui ad ucciderlo - ha sottolineato la pm - non ci sono dubbi perchè è stato lui stesso ad ammetterlo e consegnarsi ai carabinieri subito dopo la tragedia. Peraltro l'omicidio è stato anche immortalato dalle telecamere della banca e le stesse telecamere smentiscono che l'omicidio sia stato preceduto da un'aggressione. In ogni caso gli vanno riconosciute le attenuanti per il clima di violenze e vessazioni prolungate per anni. Il padre ha provato ad aiutarlo – dice sempre la pm – contrariamente alla madre del ragazzo che è venuta qui a testimoniare sminuendo e negando i suoi problemi psichiatrici”.
Martedì prossimo è in programma l'arringa del difensore dell'imputato, l'avvocato Daniela Posante. Subito dopo sarà emessa la sentenza, presumibilmente di condanna.