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28
Gennaio

Girgenti Acque, inchiesta Waterloo. No all'utilizzo di molte intercettazioni

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Pubblicato in Cronaca

Importante novità riguardante il processo scaturito dalla maxi inchiesta denominata

“Waterlo” su Girgenti Acque e sul presunto sistema criminale messo in piedi dall'ex patron Marco Campione.

Il GUP del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, accogliendo le istanze presentate dalla difesa, ha deciso che molte intercettazioni di cui sono in possesso gli inquirenti non potranno essere utilizzate poiché disposte in un altro procedimento ritenuto non strettamente collegato con quello attuale. Il giudice ha, dunque, stabilito che le tante intercettazioni, ambientali e telefoniche, disposte in origine dalla Direzione Distrettuale Antimafia, e poi trasmesse alla Procura di Agrigento, potranno essere utilizzate unicamente per l’ipotesi di reato di associazione a delinquere, mentre saranno inutilizzabili per le altre ipotesi di reato, ossia corruzione, truffa, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, reati societari e in materia ambientale.

Com'è noto, la Procura di Agrigento con il procuratore facente funzioni Salvatore Vella ed i sostituti Paola Vetro e Sara Varazi ipotizza che Girgenti Acque e il sistema Campione avrebbe messo in piedi una potente azione di lobbying e la creazione di un vasto sistema di corruttele volto ad aggirare i controlli degli enti preposti, cosa che avrebbe permesso all'azienda di operare in regime di monopolio con relativi guadagni e conseguenze importanti anche sull’ambiente dovuta ad una presunta omissione nell’attività di depurazione delle acque. Si sta lavorando, soprattutto, sul sistema di complicità che avrebbe permesso al presidente di Girgenti Acque, attraverso la distribuzione di incarichi, posti di lavoro e consulenze, di interferire sull'attività amministrativa, di evitare controlli e di poter gestire a mani libere milioni e milioni di euro di soldi pubblici. Insomma, secondo l'accusa, diversi professionisti, politici, uomini delle forze dell'ordine e burocratici sarebbero stati al servizio di Marco Campione in cambio di favori, denaro o posti di lavoro ottenendone in cambio trattamenti di favore, protezioni a tutti i livelli, favoritismi e vantaggi di vario tipo. Le indagini sul gruppo Campione hanno portato recentemente ad un maxi provvedimento di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 20 milioni di euro e ad un provvedimento interdittivo prefettizio che gli impedisce, al momento, di stipulare contratti con la pubblica amministrazione. Il sequestro ha interessato 2 società, la partecipazione in altre 6 società tra le quali proprio Girgenti Acque (oggi fallita), 9 beni immobili, 26 beni mobili e 38 rapporti finanziari.



Letto 439 volte Ultima modifica il Sabato, 28 Gennaio 2023 12:00

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