ha scosso la cittadinanza agrigentina e non solo. Gaetano Di Giovanni, capo di gabinetto del sindaco e comandante della Polizia locale, è adesso in carcere, al “Di Lorenzo”, in attesa dell’udienza di convalida della misura cautelare firmata dalla Procura di Palermo e condivisa dal Tribunale. E dall’ordinanza emessa dal Gip emerge che Gaetano Di Giovanni sarebbe stato appellato con i soprannomi di “Tano gnam gnam”, “Man bassa”, “Panzone terribile”, e “Tutto mio”.
E si legge che “il mercimonio della propria funzione sembra essere una vera e propria prerogativa del dirigente che, per la sua avidità, riesce addirittura a guadagnarsi il disprezzo di alcuni altri indagati”.
Inoltre Di Giovanni avrebbe praticato astuti accorgimenti per eludere eventuali intercettazioni, costringendo i propri interlocutori a recarsi da lui senza telefoni, a fissare incontri in posti neutri, e pretendendo la consegna del denaro all’interno di bagni delle aree di servizio. L’inchiesta ha sollevato il coperchio su due presunti casi di corruzione, due appalti di assistenza socio assistenziale, per circa 300.000 euro, assegnati in cambio di una tangente di 7.500 euro in tre tranche.