E' con queste parole che è stata messa a segno in provincia l'ennesima truffa ai danni di anziani, ed il modus operandi è sempre lo stesso. Dopo i casi che si sono verificati nelle settimane scorse ad Agrigento, Canicattì, Ravanusa e Favara, dove sono stati messi a segno colpi ai danni di anziani per quasi 30 mila euro, questa volta è toccato ad una novantenne di Licata, anche lei vittima di un raggiro. Un fantomatico maresciallo dei carabinieri ha telefonato all'anziana dicendo che il nipote avrebbe passato guai con la giustizia se non avesse consegnato la somma di 12 mila euro. Il truffatore, per rendere ancora più credibile la storia, ha fatto nome e cognome del parente dell’anziana affermando che il nipote era in stato di fermo e che bisognava consegnare subito quella somma ad un avvocato che era già sotto casa dell'anziana. La donna ha così accettato di consegnare il denaro: a disposizione aveva cinquemila euro, ai quali ha aggiunto tutti i preziosi di cui era in possesso, cercando di arrivare alla cifra necessaria per aiutare il nipote. Soldi e gioielli sono stati consegnati ad un complice che già, come si diceva, si trovava sotto casa della donna. La novantenne solo dopo ha realizzato di essere stata truffata e ha denunciato tutto ai carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini per cercare di risalire all’identità dei responsabili. Una escalation di truffe ai danni di anziani che non si ferma. Non a caso, risale proprio ad alcuni giorni fa l'ennesimo appello alla prudenza lanciato dai Carabinieri in tutta la provincia. La truffa più ricorrente, in questo momento, è proprio quella messa a segno da truffatori che, spacciandosi per carabinieri o avvocati, chiedono agli anziani somme di denaro per difendere o liberare dai guai i propri nipoti.