Altri 10 provvedimenti restrittivi, 4 dei quali in carcere, sono stati eseguiti questa mattina dai
Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, tra Canicattì, Campobello di Licata e Ravanusa. Si aggiungono agli arresti già operati il 16 ottobre scorso nei confronti di tre persone, due delle quali ritenute responsabili in concorso tra loro dell’incendio doloso ai danni del deposito di rifiuti della Omnia a Licata che ha causato, secondo le misurazioni effettuate nell’immediatezza dall’Arpa Sicilia, una grave compromissione dell’aria per la diffusione di sostanze altamente tossiche in percentuali di gran lunga superiore a quelle tollerate dalle norme e dalle linee guida internazionali in tema di inquinamento atmosferico.
In carcere sono finiti questa mattina Giuseppe Salvatore Barbera di 60 anni e Gioconda Stemma di 52 anni di Campobello di Licata, Giuseppe Galiano 47 anni di Ravanusa e Maurizio Brancato 49 anni di Canicattì.
Agli arresti domiciliari Nicola Bostan di 39 anni e Marian Alexandru Buluc di 23 anni, entrambi residenti a Ravanusa. Obbligo di dimora per Francesco Salamone di 23 anni e Ion Acantrinei di 43 anni entrambi residenti a Ravanusa e per Emanuele Montaperto 34 anni di Campobello di Licata. Infine, obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per Giovanni Galiano 21 anni di Ravanusa.
Barbera e Stemma sono ritenuti responsabili, in concorso con alcune delle persone arrestate lo scorso mese, di avere causato l’incendio. Per tutti e dieci i soggetti raggiunti stamattina dai provvedimenti restrittivi, il GIP del Tribunale di Agrigento , ha preventivamente proceduto al loro interrogatorio, come previsto dalla cosidetta Legge Nordio.
Le indagini avviate dai Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e disposte dalla Procura della Repubblica di Agrigento, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali che si sono protratte per circa 10 mesi, oltre ad individuare gli autori dell’incendio della ditta Omnia srl, hanno consentito di disegnare uno spaccato di micro e macrocriminalità in un ambito sociale di emarginazione e degrado nel territorio di Licata ma soprattutto dei centri di Ravanusa e Campobello di Licata, con riflessi sui comuni vicini.
L’estrema pericolosità manifestata dagli indagati tratti in arresto nelle due operazioni di oggi e dello scorso mese di ottobre, emerge con assoluta evidenza dal possesso di armi da fuoco, dalla violenza e dal clima di intimidazione nei confronti delle persone offese, dalla occasionalità di alcuni episodi di reato contro il patrimonio che denotano una preoccupante facilità nell’aggressione fisica e nella commissione di reati di rapina, e soprattutto nell’episodio di tentato omicidio con una spranga di ferro ai danni di un cittadino extracomunitario contestato ad uno degli indagati, effettuato senza un reale movente.