Ieri sera, al porto di Porto Empedocle, sono giunte le salme di tre migranti deceduti nei giorni scorsi a Lampedusa, vittime di naufragi e delle difficili condizioni affrontate durante il viaggio. I corpi, tutti di uomini, erano a bordo del traghetto di linea Sansovino, che ha trasportato anche circa duecento persone, successivamente trasferite in diversi centri di accoglienza dell’isola. Le circostanze delle morti raccontano la drammaticità degli eventi: uno dei migranti è stato trovato senza vita sulla spiaggia, dopo aver probabilmente ceduto alle fatiche estreme della traversata. Un altro è deceduto poco dopo lo sbarco, mentre riceveva assistenza medica al poliambulatorio di Lampedusa. Il terzo ha perso la vita in un naufragio, senza riuscire a raggiungere la riva. Le autorità hanno disposto la tumulazione delle salme nel cimitero di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, dando loro una degna sepoltura. Nel frattempo, tra i migranti sbarcati a Porto Empedocle, si registra un alto numero di bambini e interi nuclei familiari. Madri con neonati, padri con figli piccoli, persone provate da giorni e giorni di viaggio tra il mare e le difficoltà dell’attesa. Per loro è iniziato un percorso di accoglienza, con il trasferimento in varie strutture, dove troveranno un primo riparo e riceveranno assistenza. L’emergenza migratoria non conosce tregua e il Mediterraneo continua a essere crocevia di speranze, ma anche di tragedie che si ripetono con drammatica regolarità.