Questo è quanto ha chiesto il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Claudio Camilleri, a carico di Andrea e Salvatore La Puma, padre e figlio, di 70 e 41 anni, di Sambuca di Sicilia. I due sono sotto processo, con rito abbreviato, a seguito dell'operazione "Eden 5 Triokola". I La Puma erano stati arrestati, ma rimessi in libertà poco dopo su disposizione del Tribunale del Riesame di Palermo. Secondo l'accusa, padre e figlio sarebbero stati fiancheggiatori di Leo Sutera, già condannato e ritenuto dai magistrati boss di Sambuca e braccio destro di Matteo Messina Denaro sul territorio agrigentino. Andrea e Salvatore La Puma avrebbero favorito Leo Sutera e avrebbero anche curato i collegamenti tra quest'ultimo ed appartenenti alle Cosche. Prossima udienza il 6 giugno, giorno durante il quale si dovrebbe giungere alla sentenza. Per i legali difensori dei La Puma, il fatto di accompagnare dei soggetti considerati ambigui non equivale a far parte ad un'associazione mafiosa e, comunque, i La Puma e Sutera sono anche parenti, quindi, sostanzialmente, a detta degli avvocati, avrebbero potuto incontrarsi anche per altri motivi legati a ragioni di famiglia. Avrebbero accompagnato ma non partecipato ai summit di mafia. Sul tavolo dei magistrati pure le deposizioni di due pentiti, Calogero Rizzuto di Sambuca di Sicilia e Vito Bucceri di Menfi, secondo i quali i La Puma non sarebbero uomini d'onore, ma sarebbero comunque vicini a Leo Sutera. Si celebra con rito abbreviato anche il processo a carico di Giuseppe Genova, 51enne di Burgio, l'unico tra quelli coinvolti nell'operazione Eden 5 Triokola rimasto in carcere. Per Genova il Pm ha chiesto una condanna a 15 anni di carcere. Attesa a giorni anche in questo caso la sentenza.