Sia i centristi con D'Alia sia i moderati con Alfano sono pronti ad abbandonare il presidente al proprio destino. I due assessori centristi Giovanni Pistorio e Carmencita Mangano in questi giorni dovrebbero lasciare l'esecutivo e dimettersi, ma il loro partito, a quanto pare, continuerà a far parte della maggioranza; gli alfaniani li seguiranno a ruota. I leader politici sono già in piena campagna elettorale e cercano la migliore strategia per liberarsi di Crocetta ed individuare i prossimi candidati alla Presidenza. Nodo del contendere proprio la volontà di Rosario Crocetta di ricandidarsi, volontà che nessuno dell'attuale maggioranza vuole prendere in considerazione. D'Alia e Alfano sono concordi: "non possiamo continuare l'esperienza di governo con chi non potrà guidarci nella prossima campagna elettorale". Pronto a svincolarsi anche il Partito Democratico che resterà al governo e in maggioranza fino alla fine, ma che non ha nessuna voglia di sostenere una eventuale ricandidatura di Crocetta. Il Pd ha chiesto all'attuale presidente del Senato Pietro Grasso di prendere in considerazione l'occasione di scendere in campo come candidato alla presidenza della Regione. Attorno al suo nome, il Pd vuole riunire anche i centristi ed i moderati. Insomma tutti vogliono le mani libere. Con Crocetta, ma da novembre in poi senza Crocetta. Non mostra segni di unità nemmeno il centrodestra che alle prossime regionali quasi sicuramente si presenterà con due candidati come 5 anni fa. E' ormai rottura, l'ennesima, tra Nello Musumeci e Gianfranco Micciché. Musumeci vuole candidarsi di nuovo ed ha incassato il sostegno degli ex Alleanza Nazionale e della Lega Nord. Vorrebbe pure l'appoggio di Miccichè con Forza Italia, ma il leader forzista nicchia: "se Musumeci vuole candidarsi lo faccia, non ha bisogno del mio permesso" ha detto. Il gruppo forzista, però, rischia di spaccarsi: alcuni deputati vorrebbero sostenere Musumeci, altri restano fedeli a Micciché e punterebbero volentieri come candidato alla presidenza su Stefania Prestigiacomo, ex ministro. Siamo alla resa dei conti, fuori e dentro il governo Crocetta.